Comitati e campagne per sostenere l’una e l’altra posizione nei confronti del referendum per la riforma costituzionale stanno impressionando e indirizzando gli italiani? No. Le ultime rilevazioni statistiche parlano chiaro e affermano l’avanzata preponderante del fronte dell’astensionismo – indecisione, che torna a superare abbondantemente la soglia del 40%; neanche un mese fa si attestava intorno al 25%.

Il risultato è che, ad oggi, si presenterebbe alle urne soltanto poco più della metà dell’elettorato attivo italiano. E tra questi chi è in vantaggio? Il No, ma solo di 1,5 punti percentuali, ossia 28,4 contro il 26,9 del Si. E’ comunque un dato che segna un nuovo sorpasso dei contrari alla riforma promossa dal Governo. Come spiegarla? Le faide interne al Pd indubbiamente disorientano l’elettorato e creano più confusione che chiarezza, stimolano il confronto ma aumentano quel senso di disillusione e disaffezione generale nei confronti della politica. Come sanarlo? La crisi dei partiti certo non aiuta, i proclami neanche, e la data della consultazione che come un miraggio continua a slittare pure. Ce la faremo entro l’anno?