In occasione della festa nazionale di Sinistra Italiana a Pescara è intervenuto in un dibattito il deputato del Pd Roberto Speranza, ex capogruppo alla Camera e attualmente uno dei leader della minoranza interna. Ecco le parti principali del suo intervento.
'Se non cambia la legge elettorale, non potrei votare Sì al referendum'
"Questione della democrazia in Europa e nel nostro paese: in questi mesi dopo il voto sulla Brexit c'è stata la dimostrazione che gli interessi e le speranze dei ceti popolari europei non hanno avuto risposte dalla sinistra. I ceti popolari restano convinti che la democrazia sia lo strumento migliore per rappresentare i loro interessi? Vorrei una sinistra che si interroga su questi temi di fondo. Perché da un lato c'è l'anti-europeismo, dall'altro addirittura la critica alla democrazia tout court. Sull'Italicum non ho votato la legge e non ho partecipato alla fiducia, dimettendomi da Capogruppo del PD alla Camera su quel tema. Oggi vedo che anche altri nel PD, che un anno e mezzo fa l'hanno votata, hanno cambiato idea e ne sono contento. La legge elettorale è fondamentale e profondamente connessa al referendum. In questa riforma c'è una sola Camera che fa le leggi ed essa dà la fiducia al Governo, quindi non è mica indifferente come la si elegge questa Camera. Il referendum diventa decisivo per l'equilibrio istituzionale del paese. E con questo equilibrio, si votasse domani con l'Italicum e con questa riforma elettorale io non potrei dare voto favorevole, anche in coerenza alle scelte fatte sulla legge elettorale. Ho detto mille volte a Renzi che un pezzo della nostra gente vota No perché non è convinta e che non doveva personalizzare. Oggi è positivo che i toni siano cambiati. Mi auguro che ci sia un'iniziativa politica per cambiare la legge elettorale. Oggi Renzi dice "Decida il Parlamento", questo è un passo avanti perché un anno e mezzo fa pose la fiducia. Il PD ha 400 parlamentari e con questi numeri non possiamo apparire come un passante che guarda, ma siamo i protagonisti. Usiamo queste settimane per rimediare a una legge elettorale sbagliata. Oggi l'equilibrio non funziona e continuerò a chiedere un'iniziativa politica per cambiarla. Abbiamo fatto una proposta che non è proporzionale ma un Mattarellum 2.0 ripartendo dal rapporto eletto-elettore. Questo consente ai cittadini di scegliere, come ai tempi della stagione dell'Ulivo che nacque su quel rapporto fra candidati e territorio, non con le liste bloccate. Questa è pure una risposta alla crisi democratica. Se questa iniziativa non ci sarà saremo conseguenti. Al momento questo equilibrio non è accettabile."
'Non c'è alternativa al centrosinistra, basta presunzione di autosufficienza del PD'
"Non c'è alternativa al centrosinistra.
Oggi il sistema politico ha tre poli: il centrodestra, i 5 stelle e il "grande campo progressista". Si possono fare due errori: quello dell'autosufficienza del PD che in alcuni casi abbiamo commesso sia nel 2008 sia in questa stagione; e poi quello di immaginare il centrosinistra come un qualcosa che si possa fare a prescindere dal PD. Due errori da evitare, per coltivare questo grande campo democratico. Dobbiamo tessere relazioni partendo dalla condizioni di vita delle persone, in questo può anche starci un pezzo di cattolicesimo sensibile ad esempio alle parole di Papa Francesco sull'ambiente, con loro serve un dialogo profondo.
Questo polo democratico può essere maggioritario nel paese per costruire un mondo diverso ed estendere i diritti. Non uscirò dal PD perché un nuovo centrosinistra si può creare solo se il PD si cambia, noi proviamo a far vivere lì dentro i valori della sinistra."