Il 9novembre 1989 cadeva il muro di Berlino, simbolo della Guerra Fredda e delle linee divisorie che avevano spezzato in due l'europa. Dal 13 Agosto 196,il muro divideva in due Berlino e lo ha fatto per 28 anni. La possibilità di viaggiare liberamente all'interno dei paesi del Patto di Varsavia, ha permesso ai tedeschi orientali di sperimentare una sorta di trasmigrazione. Cecoslovacchia e Ungheria divenivano tappe di un pellegrinaggio verso i confini austriaci. Si chiedeva asilo nelle ambasciate tedesco-occidentali di Budapest e Praga, in attesa di un visto di transito verso l'Austria, per poi arrivare nella Germania occidentale.
Nel maggio 1989, i primi esperimenti riuscivano passando inosservati, ma nell'estate il fenomeno assumeva dimensioni così grandi da diventare un problema politico. Il governo di Budapest l'11 settembre decise di aprire la frontiera con l'Austria. In soli tre giorni 15mila persone avevano attraversato i confini. Il 23 ottobre circa 300mila manifestanti scendevano in strada a Lipsia contro il governo Krenz, che aveva sostituito il 18 ottobre Honecker alla guida della Repubblica Democratica Tedesca.
La caduta del muro di Berlino
Il sistema politico e le sue strutture si sgretolarono rapidamente: Will Stoph si dimise da primo ministro; l'8 novembre si dimise tutto il Politburo. La sera del 9 novembre, la radio diede l'annuncio ufficiale che il governo permetteva a chiunque lo desiderasse, di lasciare liberamente la Germania orientale, attraverso qualsiasi varco di frontiera.
In una sola notte migliaia di persone si riversarono per strada e si lanciarono contro il muro che divideva la Germania in due. Un gesto liberatorio contro il simbolo della divisione del popolo tedesco. Nel tentativo di salvare la Repubblica democratica, venne affidato il governo a Hans Modrow. Il 28 gennaio 1990, il suo governo annunciò che le elezioni libere si sarebbero tenute per la prima volta il 18 marzo. In poco tempo si avviarono i passi per l'unificazione della Germania.