Non si placano le polemiche dopo il rimpasto con cui il sindaco di Noto ha varato la nuova Giunta, allargando la presenza nell'esecutivo anche a quella parte di consiglieri comunali che hanno contribuito al suo successo elettorale sostenendolo al ballottaggio dello scorso mese di giugno. A dare fuoco alle polveri un nuovo manifesto di Noto Nostra, il movimento politico fondato da Raffaele Leone e guidato oggi da Salvo Veneziano.
Il ballottaggio del giugno 2016
Facciamo un passo indietro. Veneziano raccolse il 5 giugno 2016 il 22,41% delle preferenze pari a 2956 voti che non gli permisero di accedere al secondo turno. Determinante fu la differenza tra il numero di voti raccolti come sindaco e quelli, invece, presi complessivamente dalle liste che lo sostenevano, ovvero 3722. Molti gridarono al "tradimento". In vista del ballottaggio del 20 giugno, Salvo Veneziano non fornì una indicazione chiara al suo elettorato. Con un suo post sul profilo facebook, scrisse il 12 giugno: "Ai miei amici chiedo di scegliere, di non star a guardare.
L'unica indicazione è pensando non al tornaconto personale, ma mettendo al primo posto sempre la nostra città". Nelle ultime ore, poi, il movimento politico Noto Nostra affisse dei manifesti chiedendo agli elettori "discontinuità", ma senza fornire specificatamente un nominativo. I consiglieri che invece sarebbero stati poi eletti in aula attraverso le liste che sostenevano Veneziano, ovvero Salvatore Cutrali, Giusi Solerte e Arturo Rizza sostennero al secondo turno l'uscente Bonfanti. Oggi, il primo è vicepresidente del Consiglio comunale e la seconda è assessore comunale.
L'affondo di Veneziano
Salvo Veneziano non ci sta. Dopo le prime dichiarazioni pubbliche contrariate, il 13 febbraio il movimento Noto Nostra esce con un nuovo manifesto in cui asserisce di avere commesso degli errori nella selezione di alcuni candidati e, rivolgendosi al Sindaco, lo invita a pensare ai problemi della città piuttosto che continuare a pagare "cambiali elettorali".