In una relazione su una missione che ha avuto luogo in Italia nell'Ottobre 2016 il Consiglio d'Europa richiama l'Italia in merito alle regole umanitarie adottate in materia di immigrazione. Regole che vengono definite "troppo generose" e che finirebbero per incentivare l'esodo dei migranti, ed in particolar modo quelli provenienti dall'area magrebina, dunque migranti economici che non fuggono da nessun conflitto. Il Consiglio d'Europa, che in passato aveva criticato aspramente le politiche repressive del premier ungherese Orban sui migranti, questa volta accusa il governo italiano, accusato al contrario di essere troppo morbido.
E invitano ad aumentare il numero dei rimpatri e delle espulsioni dal territorio nazionale.
Cosa è il Consiglio d'Europa
Il Consiglio d'Europa è un'organizzazione internazionale che si occupa di promuovere il rispetto dei diritti umani e la democrazia, e tra le sue prerogative c'è quella di elaborare soluzioni per le problematiche sociali che affliggono il vecchio continente. Ha sede a Strasburgo, città che ospita anche una sede dell'Europarlamento, tuttavia non si tratta di una organizzazione legata all'Unione Europea. Fino ad oggi, quando il CdE era intervenuto in materia di migranti, lo aveva fatto per "bacchettare" i paesi accusati di non rispettare le regole ed i diritti umani, ed è la prima volta che prende posizione invitando un paese ad avere una linea più ferma.
Gestione dell'immigrazione sotto accusa
"Le clausole legali fondate su motivi umanitari per quanto concerne i migranti economici finiscono per incentivare i migranti provenienti dal Nord Africa con le carrette del mare" sostiene Tomas Bocek, rappresentante per le migrazioni ed i rifugiati del Consiglio d'Europa. L'Italia è inoltre accusata di praticare un numero esiguo di rimpatri e di essere troppo lenta nella ricollocazione di coloro che si vedono riconoscere lo status di rifugiati.
Il rapporto del CdE ci accusa di non aver disposto di strutture deputate all'accoglienza adeguate, e invoca maggiore impegno in favore dei minori.
Secondo Bocek nei paesi d'origine dei migranti economici dovrebbero essere disposti canali legali per gestire i flussi, anche per indurre a desistere chi intende tentare la pericolosa traversata via mare. Infine la relazione invita il governo italiano e l'UE ad esaminare più rapidamente le richieste di asilo, a cui attualmente viene data una risposta solo dopo diversi mesi.