Il ministro, anzi a questo punto meglio definirla ministra all'istruzione, Valeria Fedeli, durante la presentazione degli ultimi otto decreti attuativi de ‘La Buona Scuolaa Palazzo Chigi, impartisce lezioni di italiano alla platea della stampa. Durante la conferenza stampa, sotto lo sguardo incredulo di tutti, bacchetta un giornalista della carta stampata, reo di essersi rivolto a lei utilizzando il sostantivo ministro al maschile. La Fedeli, con un sorriso sdegnato, interrompe il cronista e sbotta: "Riesco a dirle di chiamarmi Ministra no, o è complicato grazie”.

Il giornalista educato si scusa e procede con l'intervista, indifferente alle parole della sua interlocutrice. Resta da chiarire quale costrutto grammaticale abbia usato la ministra per redarguire il giornalista. Negli scorsi mesi Valeria Fedeli è stata vittima di numerose polemiche riguardo alla millantata Laurea che aveva dichiarato di possedere. In quella occasione dichiarò di possedere "ben due diplomi, però forse per alcuni non sono sufficienti" - si giustificò all'epoca la Fedeli, sottolineando di essere femminista, donna, determinata e assolutamente laica. Concluse il suo pensiero ricordando presidenti del Consiglio privi del titolo di studio. Superata l'enpasse del titolo di studio, la ministra ha continuato il suo percorso senza indugi.

Fino ad oggi quando è caduta nella trappola della sindrome della prima della classe.

I decreti attuativi de La Buona Scuola

Stava spiegando gli ultimi decreti attuativi che prevedono nuove modalità per l'esame di Stato e per diventare docenti. I nuovi provvedimenti tornano anche sull'istruzione professionale, tenendo presenti nuovi fondi per il diritto allo studio e proponendo particolari attenzioni per gli studenti fini ai 6 anni ma anche gli studenti con disabilità.

I provvedimenti descritti in conferenza stampa avrebbero lo scopo di qualificare e migliorate il nostro sistema di Istruzione. Decreti che, secondo la ministra, sarebbero il frutto di consultazioni e di confronti continui con gli addetti ai lavori, con il risultato di una riqualificazione del nostro sistema nazionale di istruzione".

Parole anche in favore della ricerca, che dovrebbe rappresentare una tematica di fondamentale importanza : “La ricerca è uno strumento di coesione, uno strumento per la crescita comune e per guardare al futuro"