È giallo sulla morte della giornalista maltese Daphne Caruana Galizia, ritrovata morta nella serata di ieri. L’auto su cui viaggiava, imbottita di esplosivo, è saltata in aria a pochi chilometri dalla sua abitazione. La pista che gli investigatori stanno seguendo è quella di omicidio volontario ad opera di terzi. A conferma di ciò le dichiarazioni della blogger che, circa quindici giorni prima della sua morte, aveva denunciato di aver ricevuto minacce di morte.

Tra le cause, sicuramente, la sua partecipazione alle indagini sul caso Panama Papers, un’inchiesta, partita un anno fa, che ha reso pubblici i conti off-shore segreti di oltre 100 importanti personalità a livello mondiale: dai leader ai rappresentanti del mondo politico.

Il 'Blog denuncia' e i MaltaFiles

Nel suo blog la Galizia ha denunciato numerosi casi di corruzione, dilagante in terra maltese, definita paradiso non solo per le agevolazioni fiscali, ma anche per l’elevato tenore di vita dei suoi abitanti. Uno Stato libero dal punto di vista economico, ma con un orientamento informativo dominato dall'oscurantismo, e la morte di Daphne è il segno di una democrazia falsata, 'presente soltanto sulla carta'.

Oltre all’inchiesta sui Panama Papers, la donna ha preso parte anche al progetto MaltaFiles:

'Una raccolta di documenti che mostrano come il Mediterraneo lavori al pari di una base pirata, la quale permette l’evasione fiscale in Europa. Sebbene approfitti dei vantaggi offerti dall'appartenenza all’Unione Europea, malta accoglie anche grandi aziende e ricchi clienti privati che tentano di evadere le tasse nei loro paesi d’origine'.

A rivelarlo è il Network di Investigazione Cooperativa Europea (EIC), il quale negli ultimi tre mesi ha scavato a fondo sullo stato insulare, arrivando a scoprire che nel paradiso fiscale operi un sistema di imposte tale da consentire alle compagnie di pagare tasse più basse rispetto agli altri paesi europei.

Ciò ha causato, e continua a causare, danni al budget europeo, rivelando una debolezza interna all’U.E. in quanto consente agli stati membri di esercitare diritti sovrani sulla loro tassazione.

Il progetto, a cui hanno preso parte 49 giornalisti di 16 paesi del mondo, continua ad essere portato avanti da coraggiosi giornalisti, i quali conducono un minuzioso lavoro di selezione e raccolta dati.

L’ultimo messaggio della giornalista maltese

La corruzione la giornalista investigativa l’aveva conosciuta da vicino e raccontata nel dettaglio. Di non essere al sicuro lo sapeva da tempo; a dimostrare la preoccupazione della donna il suo ultimo post:

'Ci sono corrotti ovunque ora. La situazione è disperata'.

La battaglia Daphne non è riuscita a vincerla ma l’ha combattuta coraggiosamente, in prima fila, non risparmiandosi e tentando di arrivare fino in fondo. Alla verità è arrivata, ma non è riuscita a raccontarla a causa dell’oscurantismo informativo che l’ha inghiottita prima che potesse svelare quanto scoperto.

Giornalisti e blogger remano ogni giorno controcorrente, ostacolati o uccisi barbaramente semplicemente per il loro lavoro. È soltanto fino a quando coraggio e onestà avranno qualcuno a rappresentarli, che nessun bavaglio potrà fermare la verità e ostacolare la vera Informazione.