Sembra di essere tornati indietro nel tempo: in Austria il candidato del Partito Popolare, Sebastian Kurz, ha portato il partito di centro-destra alla vittoria. Per governare, il suo partito - l'Ovp - dovrà ottenere il 50,1%. Ecco, quindi, che si prospetta, a giorni, un ritorno al passato che sembrava non dover più tornare: un'alleanza tra centro-destra e il Partito di estrema destra, proprio come nel 2000.
Sebastian Kurz
Chi è questo 'enfant prodige', questo nuovo 'Macron austriaco', quest'uomo che, a soli 31 anni, sta diventando il nuovo cancelliere in Austria?
Classe 1986 (aveva 3 anni alla caduta del Muro di Berlino), è nato e cresciuto a Vienna. Entrato in politica nel 2003, quando l'Ovp era alleata con l'Fpo, nel 2011, viene eletto sottosegretario agli Interni a soli 25 anni. E' in questo periodo che comincia a interessarsi di politiche di integrazione. Solo 2 anni dopo, diventato ministro degli Esteri, si fa conoscere per le sue idee anti-immigrati. Si batte per la chiusura della "rotta Balcanica", scontrandosi apertamente con la politica della cancelliera Angela Merkel. Nel 2015 la sua battaglia ha successo: l'Austria vieta l'ingresso ai richiedenti asilo siriani e la sua posizione intransigente verso i migranti gli vale la vittoria delle primarie all'interno dell'Ovp.
Campagna elettorale incentrata sul personalismo
Leader del Partito Popolare austriaco dal 15 maggio 2017, Kurz quasi sicuramente stringerà l'alleanza con il partito di estrema destra di Heinz-Christian Strache. Non può fare diversamente, viste le divergenze con il partito di centro-sinistra di Christian Kern. Ciò che fa pensare, oltre al fatto che l'Austria riproponga una coalizione fortemente nazionalistica e intransigente(oltreché anti-Ue), è come il partito di centro-destra sia costruito intorno alla figura del suo leader.
Una campagna elettorale costruita sulla base di una grossa personalizzazione del capo non è un'idea nuova e forse qualche perplessità dovrebbe far nascere. Il nome di Kurz disegnato come un logo nel manifesto elettorale è simbolo di questa personalizzazione; il fatto che il New York Times, poi, smorzi i toni parlando dell'Ovp come di "un Rebranding di uno dei partiti più conservatori e tradizionalisti d'Europa" non aiuta a restare fermi a guardare.
Controllo delle frontiere e lotta all'Islamismo, i cavalli di battaglia di Kurz
Per l'ennesima volta i toni populisti hanno premiato. Il leader viennese ha nel suo curriculum vitae il braccio di ferro con l'Italia, quando, dopo la chiusura della rotta Balcanica (2015), minacciò di schierare i militari nel Brennero per ostacolare il passaggio dei migranti appena sbarcati a Lampedusa. Ma non manca anche la carta islamofoba. E' di poche settimane fa, infatti, la proposta del leader viennese della Spo di introdurre una legge che vieti il velo integrale islamico in pubblico (il 'Burqa Verbot').