Dichiarazioni a tutto campo e su argomenti importanti quelle rilasciate da Giulia Bongiorno, famosa avvocatessa, Politica e attivista italiana, che pochi giorni fa ha ufficializzato la sua candidatura per le elezioni politiche del 4 marzo nelle file della Lega di Matteo Salvini. Uno di questi, è tra quelli più cari al leader del carroccio, ossia l’immigrazione clandestina.
Migranti pericolosi per le donne?
Una vera e propria bomba quella lanciata dall’ex avvocatessa di Giulio Andreotti a Sky Tg24. La senatrice infatti delinea un quadro in cui molti immigrati clandestini giunti in Italia, vivono in Paesi in cui la donna è considerata essere inferiore e questo potrebbe essere un pericolo. La forte ondata migratoria, insiste la giurista, crea inoltre forte confusione nei cittadini che non riescono a distinguere gli immigrati regolari da quelli che invece non lo sono.
Una poltrona da ministro potrebbe essere nel futuro della Bongiorno, ma lei minimizza affermando che si, ha discusso di questioni di giustizia con Salvini, ma non ha assolutamente parlato di ministeri.
La risposta al Fatto Quotidiano
La Bongiorno, sempre durante la sua intervista al canale tematico di Sky, ha anche approfittato per ribattere alle accuse del Fatto Quotidiano, che ha accusato l’associazione che la Bongiorno ha fondato con la showgirl Michelle Hunziker, Doppia Difesa, di fare molti spot e poco nel concreto. Gli articoli in questione, sono stati firmati da un altro noto personaggio mediatico, Selvaggia Lucarelli.
La Bongiorno si dice stupefatta delle accuse, definendole false e soprattutto strumentali. Infatti, ribatte la cofondatrice di Doppia Difesa, le prime accuse all’associazione sono arrivate dopo 10 anni di attività e stranamente poco dopo aver annunciato la candidatura nelle liste della Lega.
Tra l’altro questa sua candidatura, confessa la legale, è costata all’associazione un finanziamento da 150.000 euro che sarebbe dovuto giungere da un privato che si è tirato indietro perché non condivide le idee di Salvini. Ma Doppia Difesa, chiosa amaramente l’ex candidata di Futuro e Libertà alla regione Lazio nel 2013, non ha niente a che vedere con la politica.
Quella sfiducia a Berlusconi
La Bongiorno viene incalzata anche su un’altra questione, la sfiducia data al governo Berlusconi nel 2011, quando si presentò in aula incinta e in sedia a rotelle. Sarebbe stato più comodo non presentarsi ribatte l’avvocatessa. Non rinnega il suo percorso politico e conclude definendosi un soldato che non ha mai fatto cambiamenti personali, cosa che invece ha fatto Fini, colui che la candidò già nel 2006 che ha fatto una serie di percorsi cambiando etichetta.