A Balfour Street (residenza del primo ministro Netanyahu) in questi giorni si respira un'aria pesante. Successivamente alle critiche pesanti rivolte allo stato Iraniano, il governo del presidente "Bibi" ancora una volta è nel vortice delle polemiche per l'ennesimo scandalo di corruzione che coinvolge la famiglia del primo ministro, criticato in questi mesi sia dai giornali israeliani che dagli organi d'informazione internazionali, per le quattro inchieste che la magistratura israeliana ha aperto nei suoi confronti. I capi d'imputazione rivolti contro il primo ministro sono concernenti episodi di corruzione e clientelismo.
L'ultimo che lo investe, sia pur indirettamente, è quello che degli autorevoli giornali israeliani, come Haaretz e il The Jerusalem Post, hanno definito "Scandalo Hefetz". Quest'ultimo riguarda un fatto accaduto nel 2015, quando Nir Hefetz (consulente di Netanyahu) riuscì a entrare in contatto con la giudice Hila Gerstel tramite un mediatore. Quest'ultimo era un giornalista dello Yedioth Ahronoth (tabloid israeliano) che gli avrebbe offerto un posto come procuratore generale. Tutto ciò, in cambio della "chiusura" dei casi riguardanti Sara Netanyahu (moglie di "Bibi"), che sarebbe responsabile delle "spese pazze" nella residenza ufficiale del governo e di aver falsificato diverse fatture. Queste accuse hanno causato un enorme sdegno nell'opinione pubblica dello stato israeliano, e l'immagine del primo ministro è stata molto indebolita.
Molti esponenti politici del partito Likud e del mondo dell'informazione sono sottoposti alla custodia cautelare in diverse carceri. Le personalità di spicco coinvolte sono Slhomo Filber (direttore generale del ministero delle telecomunicazioni) e Shaul Elovitch (proprietario della tv "Yes" e del sito d'informazione "Walla").
La 'genesi' di Benjamin Netanyahu e la conservazione del suo potere politico
"Bibi" Netanyahu è un esponente del partito Likud molto influente nelle vicende politiche israeliane degli ultimi vent'anni. Nasce a Tel Aviv nel 1949, da giovanissimo nutre un particolare interesse per la politica e la strategia militare. Queste sue passioni lo porteranno ad arruolarsi nell'esercito dello stato d'Israele, a metà anni settanta.
Negli anni successivi, viene assunto come funzionario all'ambasciata israeliana a Washington (USA). Fu eletto primo ministro nel 1996, con una forza politica di orientamento nazional-liberale chiamata "Likud". Il trionfo in campagna elettorale deriva dalla sua iniziativa di bloccare gli accordi stretti tra il precedente governo progressista e Yasser Arafat (politico palestinese). Quest'ultimo proponeva la nascita dello stato di Palestina e autorizzò più volte delle operazioni militari anti-Israele. Netanyahu pretese dall'Autorità Nazionale Palestinese (Anp) di cessare la attività di terrorismo nei confronti dei cittadini israeliani. Sempre nello stesso anno, il sindaco di Gerusalemme (Eduh Olmert) e il primo ministro israeliano presero la decisione di aprire un varco per il tunnel del "Kotel", cioè il "Muro del Pianto" (luogo sacro per gli Ebrei).
Questa iniziativa causò delle rivolte che portarono alla morte diversi cittadini israeliani e palestinesi. Chiuderà la sua esperienza di governo nel maggio 1999, durante il quale sarà coinvolto e accusato in diversi scandali di corruzione, anche se verrà sempre archiviato. Dalle elezioni del 2009, "Bibi" ridiviene primo ministro dello stato d'Israele. Negli ultimi anni è stato spesso criticato da molti giornali autorevoli (New York Times, El Pais, Le Monde) per le sue vicende familiari e per la gestione delle campagne militari contro i cittadini palestinesi. Una di queste operazioni, chiamata "Margine di Protezione", iniziata nel luglio 2014 e conclusasi un mese dopo, ha suscitato enormi perplessità anche tra i giornali nazionali israeliani.
Il governo israeliano, durante i governi presieduti dall'attuale primo ministro, ha più volte attaccato militarmente molti Stati. Nelle ultime settimane si è reso protagonista di un attacco di diverse postazioni anti-aeree siriane, nel territorio sotto la sovranità del presidente dello stato Siriano Bashar Al-Assad. Successivamente a questi attacchi, il presidente russo Vladimir Putin e il primo ministro israeliano Netanyahu si sono telefonati per discutere sulla "situazione siriana". Dotato di grande abilità retorica, e capace di uscire indenne da enormi scandali che lo hanno coinvolto, insieme alla sua famiglia, siamo certi che Netanyahu continuerà a essere il "perno" della politica israeliana ancora per molti anni.