Il 18 marzo, due settimane dopo le elezioni politiche in Italia, si terranno le elezioni presidenziali in Russia. Andiamo a vedere chi sono i candidati e quali sono le loro proposte.

Innanzitutto, l’attuale presidente, Vladimir Putin

Fino al 6 dicembre 2017, la sua candidatura alle elezioni era ufficialmente incerta, anche se in pochi credevano che non si sarebbe ripresentato. Vladimir Putin ha già portato a termine tre mandati di presidenza della Federazione Russa (dal 2000 al 2008 e dal 2012 al 2018), ed è considerato il favorito alle presidenziali di marzo.

Un sondaggio condotto dal Levada Zentr, centro indipendente per lo studio dell'opinione pubblica in Russia, ha mostrato che l’86% dei giovani tra i 18 e i 39 anni approva le azioni di Putin come presidente. Questo successo è in gran parte dovuto alla crescente prosperità dei cittadini russi, al ristabilimento dell’ordine nel Paese dopo i sanguinosi conflitti nel Caucaso e dopo il caos degli anni '90, così come alla politica estera indipendente la cui quintessenza, agli occhi dei russi, sono il ritorno della Crimea alla Russia e gli aiuti umanitari al Donbass.

Questi passaggi, insieme con la partecipazione della Russia nella lotta in Siria contro l'ISIS e gli sforzi per stabilire la pace nel Paese mediorientale, sono una dimostrazione del maggior peso della Federazione Russa nel mondo - fatto molto vantaggioso se visto sullo sfondo della costante resa degli interessi nazionali della Russia negli anni ’90.

Tuttavia, Putin è spesso criticato per la politica economica relativamente poco ragionata, che è determinata dall'ala "liberale" dell’élite russa. Nonostante questo, nel corso degli anni del governo di Putin, i redditi sono aumentati, così come sono significativamente aumentati il tenore di vita e l’aspettativa di vita media.

Il programma elettorale di Putin, per quanto riguarda la politica interna, si concentra su ulteriori miglioramenti del tenore di vita, sull’aumento del tasso di natalità e sullo sviluppo economico in tempi di sanzioni economiche internazionali; riguardo alla politica estera, si concentra sulla continuazione della lotta contro il terrorismo, sulla politica estera indipendente e sulla ricerca di un compromesso con gli Stati Uniti e l'Unione Europea in relazione alla Russia.

Il candidato nazionalista

Vladimir Žirinovskij è il candidato del Partito Liberal-Democratico, di cui è il leader fin dai tempi della sua istituitone. Zhirinovsky ha preso parte a tutte le elezioni presidenziali della Russia post-sovietica e ha una grande esperienza politica. Tuttavia, il suo programma politico è sempre stato un insieme di idee contraddittorie ed eclettiche, per nulla liberali e di stampo nazionalista, la cui essenza sono le misure per ridurre l'immigrazione verso la Russia dai Paesi musulmani della CSI, l'autosufficienza economica e una politica estera indipendente. Vladimir Žirinovskij stesso è un modello e un tipico esempio di politico populista, essendo i suoi discorsi molto coinvolgenti e possedendo un indubbio talento artistico.

Nonostante le sue controversie, e spesso anche un'immagine scandalosa e un grande anti-rating, Žirinovskij è spesso una sonda attraverso la quale le autorità russe cercano di visualizzare le reazioni della società rispetto ad una o ad un'altra iniziativa politica.

I candidati comunisti

Pavel Grudinin è il candidato del Partito Comunista russo, che ha sostituito il leader permanente del partito, Gennadij Zjuganov, in questa campagna per le presidenziali. Grudinin, nonostante la propria appartenenza al Partito Comunista, è un importante uomo d’affari che opera nella sfera dell'agricoltura. La società agro-alimentare di cui è a capo ha la reputazione di essere altamente redditizia, in cui molte risorse vengono investite nel capitale sociale - stipendi elevati, alloggi per il personale, supporto educativo.

Tuttavia, Grudinin offre soluzioni semplici a problemi complessi e manca esperienza politica. Il suo programma elettorale, chiamato “20 passi”, mira allo sviluppo dell’economia russa, alla riduzione delle tasse, all’aumento delle pensioni e all’introduzione di altre misure sociali che, per quanto attraenti possano sembrare ad una prima lettura, secondo l’opinione di molti economisti russi non sono di fatto attuabili. Inoltre, Grudinin è stato recentemente associato a scandali riguardanti alcuni punti "ombrosi" della sua biografia. Tuttavia, si prevede che Grudinin combatterà per il secondo e terzo posto con Žirinovskij e ciò, per un principiante in politica sconosciuto prima dell'inizio della campagna presidenziale, sarebbe un ottimo risultato agli occhi della maggioranza degli elettori russi.

Maxim Suraykin è il candidato del partito Comunisti di Russia, partito alternativo al Partito Comunista. Questi è forse il candidato meno conosciuto agli elettori russi, ha una biografia controversa e un piccolo numero di sostenitori. In generale, aderisce alle posizioni del Partito Comunista, del quale è stato membro per molto tempo, ma con una retorica maggiormente anticapitalista. Che, tuttavia, pochissime persone prenderanno sul serio.

Il candidato conservatore

Sergeij Baburin è il leader e candidato del partito Rossijskij Obščenarodnij Sojuz (“Unione di tutto il popolo russo”). Ex rettore dell’Università Statale di Economia e Commercio di Mosca, è il presidente del Consiglio slavo internazionale.

Baburin, come Žirinovskij, è un veterano della politica russa degli anni '90, senza tuttavia possedere il carisma e l'oratoria di quest’ultimo. Di fatto non molto dissimile dal programma elettorale di Grudinin, quello di Baburin propone una combinazione di modelli sociali e politici dell’epoca moderna, sovietica e pre-sovietica. Ma non si tratterebbe di un candidato vincente.

I candidati liberali

Grigorij Javlinskij è il candidato del partito Yabloko (“mela”), di cui è uno dei fondatori. Insieme a Žirinovskij e Baburin, è un altro veterano delle campagne politiche degli anni '90. Laureato in Economia, è noto principalmente per l’elaborazione del fallimentare “Programma dei 500 Giorni”, un programma di transazione dall’economia sovietica all’economia del libero mercato.

Javlinskij ha una grande esperienza politica, ma a causa delle sue qualità personali e del suo scarso programma politico ha sempre ricevuto un piccolo numero di voti. Le idee di base della sua campagna elettorale per le presidenziali ripetono le idee di venti anni fa, incluso il rifiuto della politica estera e la resa degli interessi nazionali sotto il punto focale di entrare nel "mondo civilizzato". Il leader di Yabloko critica molto attivamente Putin per la corruzione, ma non ha una seria esperienza manageriale. Nato nella città ucraina di Lviv, Javlinskij vuole la fine dello scontro con l'Ucraina, che significherebbe la resa di tutte le posizioni russe riguardo a questo Paese e la piena integrazione dell'Ucraina nel blocco della NATO.

Javlinskij si oppone anche alla partecipazione della Russia alla campagna militare in Siria.

Boris Titov è il candidato del Partito della Crescita. È co-presidente dell’organizzazione “Business Russia” e presidente del comitato per la pace, l’amicizia e lo sviluppo russo-cinese. Come Baburin e soprattutto Suraykin, non avrebbe alcuna possibilità di raccogliere un numero arbitrariamente elevato di voti. Il suo programma elettorale consiste nel promuovere incentivi per le iniziative private e per le piccole e medie imprese al fine di creare un nuovo ordine per lo sviluppo economico.

Ksenia Sobchak è la candidata del partito Iniziativa Civile. Giornalista e attrice, è la figlia di Anatolij Sobchak, che era stato un politico, un caro amico di Putin e il primo sindaco di San Pietroburgo dopo il crollo dell'URSS.

Nonostante la sua vicinanza all'attuale presidente russo, le opinioni di Ksenia Sobchak sono quasi in tutto diametralmente contrarie a quelle di Putin. La Sobchak è un’attiva portavoce degli interessi della cerchia liberal-oligarchica che ha fatto miliardi di dollari durante la privatizzazione degli anni '90 e che ha costruito nel sistema finanziario internazionale e oligarchico. Pertanto, la Sobchak si oppone alla riunificazione della Crimea con la Russia e alla cessazione della politica estera indipendente, che ha causato una grande insoddisfazione nei confronti degli Stati Uniti, e propone una politica completamente filo-americana.

Per ovvi motivi, con una tale posizione, la Sobchak non è in grado di ottenere un numero elevato di voti, cosa che tuttavia, a quanto pare, non sarebbe il suo obiettivo.

Cercherebbe invece di consolidare il suo elettorato relativamente piccolo, composto da giovani pro-global e dall'oligarchia finanziaria, al fine di partecipare seriamente alle successiva campagna presidenziale quando Vladimir Putin, con il suo elevatissimo punteggio, sarà costretto al ritiro a causa dell'età.

La Russia è il Paese più grande del mondo, e negli ultimi anni il suo peso a livello internazionale ha visto un incremento decisivo. Al momento, sembra evidente che il vincitore delle elezioni presidenziali sarà nuovamente Vladimir Putin. Tuttavia, per capire più dettagliatamente le preferenze dell’opinione pubblica russa, ci sarà anche da considerare quali saranno le categorie di elettori che voteranno per ciascun candidato, e in quale misura.