Continua la guerra commerciale del Presidente degli Stati Uniti d'America Donald Trump contro il resto del mondo: infatti, dopo che a gennaio aveva applicato dazi sulle importazioni di pannelli solari dalla Cina, adesso si sposta nel settore metallurgico, in particolare su alluminio e acciaio (con dazi rispettivamente del 10% e del 25%), settori in cui tra l’altro l’economia americana non è avanzatissima, rappresentando una piccola parte dell’occupazione lavorativa.
Per giustificare la sua mossa chiama in causa la “sicurezza nazionale”, ovvero il fatto che questi due metalli sono molto usati nella produzione di armamenti. Attualmente i dazi colpiranno soltanto gli “alleati” europei, visto che sono stati esentati temporaneamente Canada e Messico per via dei rinegoziati sul trattato NAFTA, e la Cina, vero competitor commerciale, che esporta molto acciaio nel resto del mondo ma pochissimo negli USA.
Guerra commerciale...
Le reazioni dell’UE non si sono fatte attendere tramite la Commissaria UE al Commercio Cecilia Malmstroem che, nel trilaterale con il ministro giapponese Hiroshige Seko e il rappresentante USA Robert Lighthizer, ha dichiarato: “Essendo stretto partner sulla sicurezza ed il commercio degli USA, l’Unione Europea deve essere esclusa dalle misure annunciate”.
Con Trump che non ha esitato a rispondere tramite Twitter: “L’Unione Europea, paesi meravigliosi che trattano gli USA molto male sul commercio, si stanno lamentando delle tariffe su acciaio e alluminio. Se lasciano cadere le loro orribili barriere e tariffe su prodotti USA in entrata, anche noi lasceremo cadere le nostre. Grande deficit. Altrimenti tassiamo le auto!”.
Quindi nessuna intenzione di mollare da parte di Trump che anzi rincara la dose minacciando con i dazi sulle auto, che come possiamo immaginare potrebbero allargarsi ad altri settori. D’altro canto la UE per salvaguardarsi ha già preparato una lista di prodotti importati dall’America, come bourbon e Harley Davidson, per un valore complessivo di 2,8 miliardi di euro.
…e guerra militare
Ma dal segretario al tesoro Steve Mnuchin arriva un’ulteriore doccia fredda agli alleati USA, ha infatti lasciato intendere che a chi vorrà evitare i dazi su acciaio e alluminio, Trump chiederà di aumentare i contributi economici alla Nato in modo che “Trump possa proteggerci tutti e realizzare i suoi obiettivi”. In particolare puntando l’indice contro la Germania che spende solo l’1% del suo Pil in spese militari per la Nato.
Se quindi da un lato Trump, a modo suo, vuole garantire la sicurezza nazionale, dall’altro cerca di incrementare le spese militari, minacciando la sicurezza mondiale.