Matteo Salvini, deputato italiano appartenente al partito della Lega Nord e Donald Trump [VIDEO], attuale Presidente americano, sono personaggi di spicco noti certamente per la propria politica intollerante nei confronti dei migranti. Ne è un esempio il discorso tenuto da Salvini il 30 gennaio, nel quale espone il primo obiettivo da adempiere nel caso il suo governo avesse successo: smaltire gli immigrati, blindando i confini che si snodano dalle Alpi alla Sicilia, istituendo addirittura un ministero del mare, con lo scopo di evitare che approdino alla terra ferma ulteriori immigrati.
Sostenitore inoltre di Trump, affermò il 28 gennaio in un incontro faccia a faccia su LA7: "Trump difende le aziende e gli operai americani. Quindi, averne di Trump". Informazioni che il Congresso americano sembra, invece, non condividere: nel discorso tenuto da Trump il 30 gennaio, in vista dell'aggiornamento della situazione della nazione ai cittadini, egli sostiene che l'America, dall'inizio della sua legislatura, abbia contribuito a fornire migliaia di bonus a favore dei lavoratori, vi siano stati tagli straordinari grazie alla sua riforma del fisco e che il Paese sia esportatore di energia.
Quelle appena elencate sono affermazioni completamente false e verificabili, mentre nel discorso non è di certo mancata la menzione all'ISIS, alla costruzione del muro lungo il confine del Messico e alla pericolosità degli immigrati.
L'innalzamento del muro, per evitare il passaggio di immigrati clandestini, è un simbolo che per molti si avvicina pericolosamente a quello del muro di Berlino innalzato in Germania.Potrebbe sembrare un paragone provocatorio ed eccessivamente rimarcato, ma si avvicina pericolosamente alla realtà e alla mentalità adoperata dietro a determinate scelte nazionali, se prendiamo in considerazione alcuni elementi, come per esempio il concetto di razzismo differenzialista, il quale sta alla base di queste due carriere politiche dietro cui vi è una abbondante fetta di assenso e appoggio da parte dell’opinione pubblica, la quale si schiera con le politiche anti-migratorie che negli ultimi anni si fanno sempre più accanite.
Cos’è il razzismo differenzialista e come agisce
Quello differenzialista è una sorta di razzismo contemporaneo, viene anche chiamato fondamentalismo culturale e ha due principali punti che lo legano o lo separano dal razzismo del Novecento. Innanzitutto, il razzismo nazista si appoggiava sulla sicurezza che l’umanità fosse divisa in razze diverse, quindi era basato su teorie che affermavano l’esistenza di tratti intellettivi, comportamentali e culturali innati, ovvero trasmissibili ereditariamente.
Sono teorie ormai smentite e fondate sulla disinformazione, oltre che contrariate da qualsiasi dimostrazione scientifica: immaginate che la vostra religione, come il cristianesimo, fosse ritenuta parte del vostro DNA, ovvero del vostro codice genetico, oppure di essere ritenuti malati di mente perché un vostro parente, stretto o lontano, lo era effettivamente. Il razzismo di oggi non si basa più su queste teorie, bensì su alcuni concetti e nozioni come quello del pluralismo e relativismo culturale. Cosa significa? Semplicemente che al mondo non ci sono diverse razze umane, ma solo diverse società e popolazioni, ovvero diverse culture, etnie al massimo, e ognuna di esse ha diritto a pari dignità, rispetto e non può essere giudicata al di fuori del proprio contesto.
Il razzismo differenzialista nasce quando si leggono queste parole in chiave essenzialista, ovvero pensando che poiché ogni popolazione è unica nel proprio genere, è necessario che esse non si mischino, che rimangano ognuna nel proprio territorio. È certamente impossibile, ed è una logica che sfocia nel razzismo poiché assume il presupposto che ogni popolazione nel tempo rimanga uguale, e che tutti i membri che appartengono a quel territorio siano identici. In parole povere, se siete italiani, siete uguali a tutti gli italiani, condividete le stesse identiche tradizioni, linguaggio, valori e mentalità. Per questo motivo non dovreste venire in contatto con altre nazionalità.
Ponendo la situazione in questi termini, si capisce subito che il razzismo adottato e manovrato, mascherato da determinati personaggi è lo stesso razzismo della Seconda guerra mondiale.
Entrambi mirano ad etichettare e discriminare. Bisogna invece andare oltre alle parole degli altri, per comprendere fino in fondo il messaggio che viene più volte trasmesso, analizzarlo e soprattutto non farsi influenzare dal proprio contesto, perché così facendo possiamo scoprire quante realtà spesso nascoste esistono dietro quelli che vengono comunemente chiamati migranti, ma che sono prima di tutto persone.