La città di Pisa è storicamente, sul piano politico, una delle più a sinistra d'Italia: a partire dal Dopoguerra il PCI e il PSI prima, il PDS, i DS e il PD poi hanno infatti sempre guidato la città esprimendo il sindaco. Ma non solo, alla loro sinistra, vi è sempre stata una qualche opposizione piuttosto rilevante e tutto sommato unita. Alle prossime elezioni amministrative del 10 giugno invece, anche nella città della Torre Pendente, la sinistra si presenterà divisa come non mai.
Vediamo nel dettaglio il quadro delle liste presenti.
Pisa, elezioni comunali 2018: tanti candidati a sindaco e numerose liste
Parlando prima degli altri schieramenti va segnalato come il centrodestra ufficiale si presenterà unito a sostegno di Michele Conti (appoggiato da Forza Italia, Fratelli d'Italia e Lega), vi è poi la candidatura a sindaco di Gabriele Amore (per il Movimento 5 Stelle), quella di Raffaele Latrofa (con la sua Pisa nel cuore), quella di Maria Chiara Zippel (per La Nostra Pisa) e di Antonio Veronese (Patto Civico).
Ma è nel centrosinistra che non mancherà l'imbarazzo della scelta per gli elettori.
Il centrosinistra "ufficiale" candida infatti Andrea Serfogli, il quale oltre che dal PD sarà appoggiato da tre liste civiche: Riformisti, In Lista per Pisa e "Con Danti per Pisa", quest'ultima promossa da Dario Danti, volto storico della sinistra pisana: ex segretario provinciale della Rifondazione Comunista di Fausto Bertinotti, poi segretario di SEL e già assessore nella Giunta Filippeschi, da cui si dimise a inizio 2015, successivamente esponente di Campo Progressista di Giuliano Pisapia.
Pisa, a sinistra del centrosinistra c'è l'imbarazzo della scelta
Restando sempre nel campo di centrosinistra spicca la presenza autonoma, a differenza della gran parte delle altre città italiane al voto, del Partito Socialista Italiano di Nencini, che candida a sindaca l'archeologa 37enne Veronica Marianelli.
Vi è poi la coalizione di "Diritti in Comune", che promuove la candidatura a sindaco di Francesco "Ciccio" Auletta, consigliere comunale uscente e strenuo oppositore della Giunta di Marco Filippeschi negli ultimi cinque anni. Sono tre le liste che lo sostengono: la civica "Una città in comune" che lui stesso ha rappresentato finora in consiglio comunale, il Partito della Rifondazione Comunista (che già lo appoggiò nel 2013) e Possibile, ovvero il movimento promosso da Pippo Civati che proprio in questi giorni ha eletto Beatrice Brignone come nuova segretaria nazionale.
Con questo raggruppamento fino ad alcuni mesi fa aveva collaborato strettamente, per circa un anno, anche Sinistra Italiana, ma nelle ultime settimane i rapporti si sono deteriorati fino al punto di "costringere" il partito di Nicola Fratoianni ad avanzare una propria candidatura autonoma alla poltrona di sindaco di Pisa: quella della consigliera comunale uscente Simonetta Ghezzani.
Infine proprio nelle scorse ore le cronache locali hanno raccontato della candidatura indipendente anche del Partito Comunista (di Marco Rizzo) che presenta come possibile sindaco il 58enne operaio della Piaggio Paolo Casole.
Pisa, 'Liberi e Uguali' e 'Potere al Popolo' si dividono al proprio interno
Restando nell'area di sinistra, occorre poi precisare altre due situazioni locali quasi paradossali per chi osserva da fuori questo scenario. Da un lato la polemica lanciata da "Potere al Popolo" (che a Pisa è guidata in questa fase essenzialmente dall'area "Eurostop" di Giorgio Cremaschi) non darà alcuna indicazione di voto alle amministrative, neanche per i propri compagni di strada alle recenti elezioni politiche: ricordiamo infatti che al voto del 4 marzo anche Rifondazione Comunista faceva parte di PaP (collaborazione che peraltro rimane sul piano nazionale e in molti altri comuni italiani al voto) e pure esponenti di "Una città in comune" avevano esplicitamente appoggiato la lista di Viola Carofalo, mentre invece in questo caso non ci sono state le condizioni per realizzare tale collaborazione.
Ma a proposito di soggetti politici nazionali che si dividono, i vari promotori di "Liberi e Uguali" hanno addirittura tre posizioni diverse fra loro: come abbiamo visto infatti Sinistra Italiana corre da sola, Possibile sta nella coalizione "Diritti in comune", mentre Articolo Uno-MDP ha deciso di non appoggiare ufficialmente alcun candidato, almeno al primo turno.
Una situazione sicuramente complicata di frammentazione, a sinistra e non solo, che non si vede in nessun'altra amministrazione italiana al voto in questa tornata: praticamente un record sul piano nazionale per una città che, nonostante la propria importanza culturale, universitaria, turistica ed economica, ha in fondo solo 85.000 residenti.
Insomma per la sinistra pisana si profilano delle elezioni amministrative molto particolari, con divisioni che lacerano un'area Politica che tutto sommato era riuscita finora a compattarsi almeno nei passaggi elettorali, riuscendo a ottenere anche risultati significativi. Basti pensare che alle elezioni regionali del 2015 l'unica lista a sinistra del PD, "Sì Toscana a sinistra", era riuscita a ottenere a Pisa città il 10,5%. E anche alle ultime elezioni politiche del 4 marzo vi era stata una tenuta delle forze di sinistra nella città della Torre Pendente, con LeU sopra all'8,5 % (a fronte di una media nazionale del 3,4%) e Potere al Popolo al 3,3% (con una media nazionale dell'1,1%) e le due liste ancora più a sinistra che, sommate, avrebbero superato l'1%: complessivamente insomma oltre il 12% dell'elettorato, appena due mesi fa, si era collocato a sinistra del PD.
Sarà curioso attendere il 10 giugno e vedere quale di queste numerose liste riuscirà a superare il fatidico 3%, necessario per entrare in Consiglio Comunale, ma a questo punto non scontato per nessuna delle varie formazioni.
Il tutto inserito in un quadro in cui, secondo molti analisti e osservatori locali, per la prima volta il centrosinistra potrebbe perdere l'amministrazione della città, come peraltro successo già in altre roccaforti della sinistra toscana, quali Livorno nel 2015 e poi Pistoia e Carrara lo scorso anno.