E' in corso in queste settimane il dibattito congressuale di "Possibile", una delle tre forze politiche che ha dato vita al cartello elettorale di "Liberi e Uguali", e che si appresta a decidere il proprio futuro. Dopo la scelta del fondatore Pippo Civati di non ricandidarsi alla guida del partito, sono due i candidati in campo per la segreteria nazionale. Da un lato il romano David Tozzo, che avevamo intervistato pochi giorni fa, dall'altra invece Beatrice Brignone, 40enne marchigiana ed ex parlamentare. Nelle scorse ore Blasting News l'ha intervistata in esclusiva, ecco che cosa ci ha detto.

Brignone: 'Ecco perché mi candido a succedere a Pippo Civati alla guida di Possibile'

Come mai ha deciso di candidarsi a segretaria nazionale di Possibile? Perché la sua mozione si chiama "A repentaglio"?

"La decisione è maturata dopo le dimissioni di Giuseppe Civati, protagonista di un atto di rara coerenza nella Politica italiana. E quindi dalla necessità di dare continuità a quel lavoro, mettendoci in gioco tutti noi. Parlo al plurale per due motivi: perché penso che il mio sia un impegno di un collettivo, dell'intero partito, e perché con Andrea Maestri abbiamo pensato di proporre, in caso di vittoria, la modifica dello statuto introducendo la figura del 'doppio segretario', come avviene in molti partiti in Europa.

In questo quadro il nome della mozione è un modo per evidenziare la voglia di mettersi in gioco, in una fase storica che vede l'esistenza della sinistra "a repentaglio". Ma con Possibile vogliamo fare in modo di scongiurare questa minaccia, proponendo al Paese un progetto politico ampio e inclusivo di sinistra".

I vostri competitors interni dicono che voi vorreste un "sostanziale abbandono di Leu e un'autosufficienza di Possibile", ma è davvero così?

Come deve proseguire secondo lei Liberi e Uguali?

"Gli errori di Liberi e Uguali sono nei fatti, sono denunciati nella percentuale deludente raccolta alle elezioni. La mozione che mi vede candidata parla di un 'fronte ampio, non un partito cristallizzato' e rilancia 'un coordinamento politico aperto a chi ci vuole stare, che non si riduca ai partiti, paritetico, permanente, in cui si progettino mobilitazioni e iniziative legislative'.

La linea proposta è chiara: Liberi e Uguali non potrà essere ingessato in uno sbrigativo congresso fondativo. Con Possibile vogliamo farci promotori di un processo inclusivo, sburocratizzando le pratiche politiche. La nostra indole, quella che ci spinge a fare tante battaglie "controvento", è la sintesi di come siamo per l'apertura, per la coagulazione delle forze politiche. Ed è il contrario dell'autosufficienza".

Brignone: 'La sinistra è finita 'fuori dal mondo': ora dobbiamo ripartire dai problemi concreti'

Quale crede sia la ragione che ha portato la sinistra politica in crisi e cosa pensa che serva per uscire dall'angolo?

"Il convegnismo è una delle più brutte malattie della sinistra. Troppe parole, in gruppi chiusi, hanno portato la sinistra "fuori dal mondo" e sempre più giù nei consensi.

La ricetta è semplice e complicata allo stesso tempo: bisogna tornare ad affrontare i problemi, stando tra la gente, ascoltando i disagi e studiando le soluzioni, anche se non sono scorciatoie. Ci vuole la voglia di ascoltare, rimboccandosi le maniche. Il tutto affiancato a uno studio costante. Dell'Italia, dell'Europa e del mondo, perché la dimensione globale non può essere elusa in pretese di chiusura".

Quali rapporti intendete avere con il Pd e quali con il Movimento 5 Stelle?

"Noi abbiamo le nostre idee, il nostro Manifesto preparato ben prima delle elezioni. Per il lavoro proponiamo l'allargamento delle tutele alle Partite Iva e il ripristino dei diritti dei lavoratori danneggiati dal Jobs act.

Faccio un esempio: la campagna giustapaga.it, coordinata da Davide Serafin, sta seguendo il tema dei riders, i ciclo fattorini, che portano cibo a casa o negli uffici. Siamo al loro fianco, tutti i giorni, per ribadire la necessità di ottenere le tutele richieste. Per il fisco proponiamo la progressività fiscale: chi ha di più, paga di più. Così vengono combattute le disuguaglianze, la grande piaga dell'Italia. E poi ancora ci sono proposte concrete su politica abitative e investimenti su ricerca, istruzione e innovazione. La sinistra deve ripartire dai fatti, senza perdersi in astrusi ragionamenti tattici".