I militanti renziani del Pd - posti di fronte a generiche affermazioni di personaggi politici, senza però che sia loro svelato il nome di chi le ha pronunciate - non riescono proprio a distinguere ciò che dice il loro leader Matteo Renzi da quanto pronunciato da un altro Matteo, Salvini, capo della Lega. L’esperimento sociologico è stato effettuato lo scorso fine settimana in quel della stazione Leopolda, luogo simbolo del renzismo dove si è tenuta la nona edizione dell’omonima manifestazione.

Autore dello scoop è un giornalista del quotidiano Fanpage che si è semplicemente limitato a leggere alcune dichiarazioni anonime agli astanti, chiedendo loro se fossero state pronunciate da Salvini o da Di Maio, quando invece erano tutte farina del sacco di Renzi. Una situazione talmente kafkiana da spingere oggi il direttore del Fatto Quotidiano, Marco Travaglio, a parlare di “affinità elettive” tra i due Matteo.

Le interviste di Fanpage alla Leopolda: chi ha detto che gli immigrati vanno aiutati a casa loro?

Chi tra Salvini e Di Maio avrebbe dichiarato che gli immigrati vanno aiutati a casa loro e che l’Italia non ha il dovere di accoglierli perché sarebbe un “disastro politico, economico e sociale”?

È questa la prima domanda che il cronista di Fanpage pone ai partecipanti alla Leopolda. Gli attivisti renziani, di fronte ad una affermazione ritenuta quasi di stampo razzista, non hanno dubbi nel puntare le loro fiches sul ‘capitano’ leghista. E, invece, fu Matteo Renzi a pronunciarla quando era capo del governo. La seconda domanda risulta ancora più perfida, visto che verte sulla paternità della sfida lanciata ai criteri di Maastricht proponendo di portare il deficit italiano al 2,9%. In questo caso i renziani si dividono equamente tra i due attuali vicepremier, considerati nemici della Ue. Ma l’autore resta sempre il loro Renzi. E poi, chi vuole alzare il pagamento in contanti fino a 3mila euro?

Salvini? Di Maio? No, sempre il rottamatore di Rignano. E ancora, “se l’Europa boccia la manovra, noi la ripresenteremo uguale. Bruxelles non è il maestro che fa l’esame, non ha i titoli per intervenire”. Farina del sacco del governo gialloverde, hanno subito pensato i leopoldini. Ma che, niente da fare, anche in questo caso il ‘colpevole’ è Renzi.

L’opinione di Marco Travaglio

Insomma, una serie di dichiarazioni che, a volte, vanno anche oltre le frasi roboanti e le minacce all’Europa di Salvini e Di Maio. Una situazione grottesca che spinge oggi Travaglio a parlare di Salvirenzi, altro che il Salvimaio più volte evocato proprio dal suo giornale. I due Matteo, secondo lui, “si sentono sovente per concordare le mosse contro il comune nemico pentastellato”.

Il Pd starebbe sprofondando elettoralmente proprio perché Renzi ha già proposto le ricette politiche cucinate ora da Salvini, ma senza il successo travolgente ottenuto dal leader leghista. Dimostrazione pratica sarebbe la legge sulla legittima difesa, approvata recentemente in Senato, votata all’articolo 2 anche dai Dem. Il padrone di casa potrà sparare in qualsiasi situazione di ‘grave turbamento’, anche in pieno giorno, e non più solo di notte come indicava il precedente disegno di legge presentato dal Pd quando era al governo. Una resa dei Dem alla Lega dunque.