Ci sono momenti in cui i fatti di cronaca e le vicende giudiziarie, un po' curiosamente si vanno a intersecare al punto di poter produrre anche delle conseguenze politiche. E quello che sta accadendo a Roma in questi giorni pare poter andare in questa direzione.
Sul piano della cronaca è sulle prime pagine di tutti i giornali la tragica vicenda della violenza e omicidio di Desirée Mariottini, la sedicenne di Cisterna di Latina ritrovata morta in un capannone abbandonato nel quartiere romano San Lorenzo. Un fatto che ha prodotto molte reazioni politiche, con in particolare molta eco che è stata prodotta dalla visita di Matteo Salvini nello stesso quartiere di San Lorenzo, dove il ministro dell'Interno ha ricevuto molte contestazioni ma anche diversi applausi.
Apprezzamenti tutt'altro che scontati in una zona popolare della città, storicamente di sinistra e orgogliosamente antifascista. Un feeling, quello fra la Capitale e la Lega, che pare crescere sempre di più, in un contesto nel quale il tema "sicurezza" pare essere ogni giorno di più al centro dell'attenzione mediatica.
Virginia Raggi a processo: la sentenza il 10 novembre, in caso di condanna potrebbe anche dimettersi
Sul piano giudiziario è di oggi l'interrogatorio che ha visto come protagonista la sindaca di Roma Virginia Raggi nell'ambito del "processo nomine"che la vede imputata per falso in merito alla nomina alla Direzione turismo del Campidoglio di Renato Marra, ovvero il fratello dell'ex capo del personale del Campidoglio Raffaele Marra.
Un processo che dovrebbe produrre la propria sentenza di primo grado questo 10 novembre.
In caso di assoluzione ovviamente non ci sarebbe alcun problema per la tenuta della Giunta capitolina, che salvo ulteriori problemi potrebbe arrivare a scadenza naturale nel giugno 2021. Ma in caso di condanna della Raggi, la prima cittadina, che essendo esponente del Movimento 5 Stelle è tenuta anche al rispetto del "codice etico" dei pentastellati (che ha sempre dichiarato di voler rispettare), si troverebbe davanti a due sostanziali opzioni.
L'autosospensione fino alla sentenza di secondo grado con l'affido della guida della Capitale a un "reggente". Oppure le dimissioni vere e proprie che porterebbero a nuove elezioni anticipate, da tenersi addirittura con ogni probabilità nel maggio 2019 insieme alle elezioni europee.
Una tornata elettorale che secondo molti dovrebbe vedere la Lega di Matteo Salvini con il "vento in poppa" e condizionare anche il voto amministrativo nei molti comuni chiamati alle urne.
Per l'eventuale corsa al Campidoglio la Lega dovrebbe allearsi quasi sicuramente con Fratelli d'Italia, mentre meno scontato sarebbe l'apparentamento con Forza Italia (già nel 2016 i berlusconiani nella capitale appoggiarono Alfio Marchini e non la candidatura più a destra rappresentata da Giorgia Meloni).
Barbara Saltamartini candidata della Lega a Roma? Lei dice: 'Non mi sento pronta, ma se Salvini lo chiede non dico no'
Il nome che circola da diverse settimane negli ambienti romani come la possibile candidata leghista a sindaco di Roma è quello di Barbara Saltamartini. 46 anni, deputata con un passato giovanile nel MSI, poi in AN e nel PDL, prima di una fugace "sbandata" a seguito di Alfano nel Nuovo Centrodestra, fino all'abbandono di tale partito poco prima della nascita del Governo Renzi e all'approdo nella Lega.
Attualmente è Presidente della 10ª Commissione Attività Produttive della Camera.
Proprio a tale proposito Barbara Saltamartini è stata interpellata oggi nella trasmissione radiofonica di Radio1 "Un giorno da pecora", dove ha risposto: "Fare il sindaco di Roma credo che sia una cosa bellissima, ma anche fra le più difficili da fare. (...) Con Matteo Salvini non abbiamo per ora mai parlato di una mia possibile candidatura. Se lui dovesse chiedermelo io non potrei dire di no. Ma non mi sento troppo pronta, lo dico con onesta. Però sono convinta che la Lega a Roma possa vincere. Il coordinatore regionale Zicchieri si confronterà con Salvini su chi può essere il candidato, credo che ci possano essere altri nomi oltre al mio".
La Saltamartini che nel corso della stessa trasmissione radiofonica ha anche incassato un inatteso endorsement da parte di Roberto Giachetti del PD (già candidato sconfitto alle amministrative 2016), il quale di fronte all'alternativa fra l'esponente leghista e la Raggi ha risposto: "Ma che domande sono? Ovviamente meglio la Saltamartini. Io amo questa città, so chi ha esperienza, chi la conosce e potrebbe fare qualcosa".
La Lega sogna di avere il sindaco di Roma
Indipendentemente dal nome del candidato è evidente che, come mai prima d'ora, la Lega ha un'occasione importante per poter conquistare il Campidoglio: con un Movimento 5 Stelle reduce dall'esperienza amministrativa della Raggi e un centrosinistra ancora in cerca di una propria identità e di un'unità tutt'altro che scontata.
La situazione è ancora ovviamente molto prematura, anche perché condizionata all'esito di un processo giudiziario e ad altre subordinate ad ora imprevedibili, ma indubbiamente se si dovesse davvero votare nel 2019 la Lega di Salvini potrebbe sfruttare a proprio vantaggio una serie di circostanze particolarmente favorevoli per avere il Sindaco di Roma. Condizioni che, invece, non è detto invece si possano riprodurre tali e quali se la "consiliatura" capitolina arrivasse a scadenza naturale nel 2021.