Il giallo sulla morte di Desirée Mariottini, la 16enne di Cisterna di Latina, morta in circostanze misteriose nella notte tra venerdì 19 e sabato 20 ottobre in uno stabile abbandonato del quartiere San Lorenzo di Roma, ha inevitabilmente coinvolto la politica. Logico che il caso, anche se esploso inspiegabilmente con qualche giorno di ritardo, di una ragazzina italiana probabilmente drogata, stuprata e poi uccisa da un branco di uomini stranieri dovesse scuotere le coscienze e dividere i diversi esponenti politici. Il primo ad esprimersi sulla questione è stato il ministro dell’Interno Matteo Salvini, recatosi personalmente nello storico quartiere ‘rosso’ romano, promettendo la “ruspa” contro le occupazioni abusive e l’invio di 250 agenti delle forze dell’ordine in più sul territorio capitolino.

Ad individuare una soluzione esattamente agli antipodi al problema della sicurezza è, invece, il deputato di LeU, Stefano Fassina, il quale è convinto che tutto si potrebbe risolvere attraverso una maggiore accoglienza e integrazione dei migranti.

La soluzione di Salvini al problema sicurezza: ruspa e più poliziotti

La maggior parte dei tg non spiega ai propri telespettatori che il quartiere di San Lorenzo è storicamente frequentato da quella che una volta si chiamava la ‘sinistra extraparlamentare’ (via dei Volsci era la storica sede dell’Autonomia operaia), oltre che da migliaia di studenti, soprattutto provenienti dal sud Italia, dell’Università La Sapienza, tutti ovviamente di orientamento di ultra sinistra.

Per questo motivo bisogna dare atto al leader della Lega, Matteo Salvini, di aver avuto coraggio nel decidere di recarsi personalmente nel posto dove è morta Desirée per promettere di tornare con la “ruspa” per eseguire gli sgomberi degli edifici occupati “in base alla pericolosità sociale”. Il ministro dell’Interno ha anche chiesto al procuratore della Repubblica di “usare il pugno di ferro” e ribadito di aver già disposto un aumento stabile di 350 agenti di ps.

Parole che gli sono costate la contestazione delle appartenenti al movimento femminista ‘Non una di meno’ che Salvini ha liquidato come “pochi idioti dei centri sociali”. Non sono mancati, comunque, neanche gli applausi da parte di alcuni residenti della zona.

La ricetta di Fassina: più accoglienza e integrazione per i migranti

Se Salvini parla di ruspa, Stefano Fassina va esattamente nella direzione opposta. Il parlamentare di LeU parla di “incapacità politica” nella gestione del problema dell’immigrazione, dice no ai blindati a San Lorenzo (visto che diverse pattuglie delle forze dell’ordine da anni presidiano la zona in maniera permanente, ma senza successo ndr) e chiede di dare vita ad un a “task force” nella Capitale allo scopo di “potenziare le strutture di accoglienza e promozione di integrazione dei migranti”. Insomma, secondo Fassina, è lo stesso Decreto Sicurezza voluto da Salvini a dover essere modificato, perché quello dei migranti non è un problema di “ordine pubblico” ma una “questione sociale”.