Rivedere il contratto di governo che va da maggio a 2018 a settembre 2020 sembra essere l'intento del leader della Lega e ministro dell'Interno, Matteo Salvini, ancora una volta in disaccordo con il ministro del Lavoro e dello Sviluppo Economico, Luigi Di Maio. Fra questi due estremi vi è il presidente del consiglio, Giuseppe Conte.

Al termine di un vertice conclusosi nel tardo pomeriggio del 6 dicembre 2018, a Palazzo Chigi, dove è stato annunciato il voto di fiducia per la Manovra alla Camera nei prossimi giorni, il premier ha fatto sapere che pilastri della discussione sono stati i punti che dovranno essere inseriti nella legge di bilancio: pensione di cittadinanza, reddito di cittadinanza, bonus-malus, taglio alle pensioni d'oro e l'ecotassa sulle automobili, oltre ai piani da mettere in atto per evitare la procedura d'infrazione da parte del Parlamento europeo.

5stelle VS Lega

A mettere ulteriormente in crisi il governo gialloverde e ad essere motivo di uno scontro piuttosto acceso fra i due vicepremier Matteo Salvini e Luigi Di Maio è l'ecotassa, favorita dal secondo e osteggiata dal primo, il quale ha valutato e valuta la possibilità di ri-tarare il contratto di governo che ne blinda e indirizza i provvedimenti. Al contrario, Di Maio sostiene che l'obiettivo del bonus-malus sulle auto è l'incremento della vendita delle auto elettriche e a minor prezzo. Si tratterebbe, fondamentalmente, di un premio per le auto che producono emissioni basse.

A smentire questa situazione di tensione fra Movimento Cinque Stelle e Lega è il premier Giuseppe Conte, il quale, a conclusione del vertice tenutosi a Palazzo Chigi, confessa che tranquillità e serenità regnano sovrane nel governo gialloverde, ma si è deciso - all'unanimità - di prendere una "pausa di riflessione" di alcuni giorni, dato che l'emendamento deve ancora passare in Senato.

Il "no" di Salvini

Se da un lato si insiste nel mantenere l'ecotassa, che sarebbe funzionale alla produzione e di conseguenza alla vendita di automobili ibride, elettriche e a metano, dall'altro, Matteo Salvini - intervistato dall'Ansa - confessa che questa formula non otterrà mai i voti della Lega e, in una tale situazione di vedute tutt'altro che medesime, tocca a Giuseppe Conte svolgere il ruolo di intermediario, sia da sotto questo profilo sia considerando la manovra nel suo senso più ampio, in modo da scongiurare procedure d'infrazione da parte di Bruxelles.

In particolare, il leader della Lega è a favore del bonus per chi acquista auto elettriche, ma al contempo, è contrario ad ogni forma di tassazione per chi decide di comprare un'utilitaria tradizionale, essendo i veicoli più tassati d'Europa.

A sostenere Salvini è il Codacons, che in una lunga nota ammette che anche i governi precedenti hanno sempre agito a discapito degli automobilisti, incrementando le tasse ogniqualvolta vi era la necessità di trovare delle coperture finanziarie e risorse economiche. Ora, la differenza con il passato pare risiedere nell'incostituzionalità di questa norma, che tende a colpire una sola tipologia di cittadini, ovvero di quelli in possesso delle auto a benzina.

Dalla parte di Di Maio

Al fianco del ministro Luigi Di Maio, invece, si schiera Laura Castelli - il vicepremier all'Economia - la quale chiarisce che l'ecotassa resta, perché essa serve a finanziare il bonus, che ammonta a 300 milioni di euro per tre anni.

In ogni caso, si tratta di una misura cautelare per evitare sanzioni da parte dell'Europa. In aggiunta, la Castelli sottolinea che si tratta di un provvedimento che non inciderà su chi è già in possesso di vecchie auto e su chi acquista auto al di sotto di una certa cilindrata.