Marco Travaglio stavolta usa direttamente il lanciafiamme per incenerire il presidente di Confindustria Vincenzo Boccia. Nel suo consueto editoriale, pubblicato questa mattina, 8 dicembre, sul Fatto Quotidiano, il direttore se la prende con quello che definisce ironicamente il “Partito del Pilu” e con il suo massimo esponente, proprio quel Boccia che ha deciso di schierare la categoria che rappresenta compattamente contro il governo M5S-Lega dopo che, lui stesso, non aveva esitato ad appoggiare le riforme, poi bocciate, del governo Renzi-Boschi.
La goccia che ha fatto traboccare il vaso della pazienza di Travaglio è comunque una recente intervista rilasciata dal numero uno degli industriali a Corrado Formigli, durante l’ultima puntata di Piazzapulita.
Le dichiarazioni di Boccia: ‘Il 100% degli imprenditori contro la manovra economica’
Era giovedì 6 dicembre quando Vincenzo Boccia si è presentato negli studi di La7, ospite del conduttore di Piazzapulita Corrado Formigli. “Io ho girato tutta l’Italia negli ultimi mesi, ho incontrato 30mila imprenditori, abbiamo 160mila associati, parlo per Confindustria, il 100% è contro questa manovra”, aveva sparato il tipografo salernitano.
A quel punto Formigli gli aveva fatto presente che, appena il 29 settembre scorso, lui stesso aveva dichiarato di “credere fortemente nella Lega”, mentre oggi parla di manovra economica che “ci porta alla rovina”. Boccia ha risposto spiegando che si trovava all’assemblea degli industriali di Vicenza, in pieno territorio leghista, “e mi rivolgevo ad alcuni ministri della Lega che erano presenti lì, citando il fatto che, governando la Lega alcune regioni del nord, determinava delle aspettative dal punto di vista del mondo della produzione e che per noi i provvedimenti del governo erano provvedimenti di tutto il governo. In poche parole, non erano verdi in Veneto e gialloverdi a Roma. E quindi valutavo i provvedimenti del governo e invitato la Lega alla coerenza tra le cose che dice e le cose che fa”.
L’editoriale di Marco Travaglio: ‘Cassandre con le tasche degli altri’
Insomma, un Vincenzo Boccia ondivago e ingeneroso nei confronti dell’esecutivo che ha finito per far saltare la mosca al naso alla ‘pericolosa’ penna di Travaglio che inaugura il suo editoriale odierno inquadrando subito il suo ‘nemico’: “Un tizio in evidente stato confusionale” che “litigava con la grammatica e la sintassi italiane”. Se non fosse stato per la didascalia in sovrimpressione che lo qualificava come presidente di Confindustria, ironizza Marco Travaglio, “uno spettatore distratto avrebbe potuto scambiarlo per un parcheggiatore abusivo in fregola di dottrine economiche”. Boccia viene apertamente accusato di aver gestito l’organizzazione che presiede “a maggior gloria del renzismo”, prevedendo addirittura una “epocale catastrofe” economica per il nostro Paese in caso di bocciatura delle riforme costituzionali targate Maria Elena Boschi.
Il ‘Partito del Pilu’
Eventualità naturalmente mai verificatasi, aggiunge il giornalista, anzi, subito dopo l’Italia conobbe l’anno di maggior crescita degli ultimi 10. In pratica, un “potere jettatorio”, quello di Boccia sull’economia italiana, così come era stato per i suoi predecessori come Abete, Fossa, D’Amato, Montezemolo, Marcegaglia e Squinzi. Boccia sarebbe colpevole, a detta di Travaglio, di essere a capo di imprenditori che si professano da sempre governativi nel Dna, ma che oggi “si atteggiano a squatter emarginati e montano sulle barricate, manco fossero un centro sociale, solo perché hanno trovato un governo che non prende ordini da loro”. Insomma, dei “desertificatori di Pil” che si spacciano per il “Partito del Pil”, ma che in realtà sono solo il “Partito del Pilu”.