Matteo Salvini, nelle ultime ore, è finito nel mirino dei sindaci. Diversi primi cittadini, in ambito di sinistra o comunque Pd, si sono detti pronti a non applicare il decreto sicurezza per la sua presunta incostituzionalità. In molti hanno sottolineato come nessun amministratore possa applicare le leggi secondo la propria discrezionalità, ma questo non sembra fermare alcuni protagonisti della vicenda come il sindaco di Napoli De Magistris che non ha avuto remore nell'affrontare la questione immigrazione disobbedendo agli ordini del ministro dell'Interno a aprendo i portl della propria città agli immigrati tratti in salvo dalle Ong.
Chi, invece, si è schierato apertamente dalla parte di Matteo Salvini è stato Luigi Di Maio, certificando ancora una volta la comunione d'intenti attualmente legante i due vice-premier, vera colonna portante di un governo dove non mancano le difficoltà di due forze alleate in nome di un contratto, ma fortemente eterogenee.
Di Maio ridimensiona i sindaci
Secondo Luigi Di Maio, quello che si sta creando attorno a questa vicenda è meramente un'occasione per fare campagna elettorale. Il ministro del Lavoro ha inteso porre in evidenza il fatto che diversi primi cittadini italiani stanno parlando senza fare i conti con ciò che rientra all'interno dei propri poteri.
In particolare si è fatto riferimento rispetto all'ipotesi che ciascun massimo amministratore di ogni città abbia o meno la facoltà di far valere la propria carica sulle infrastrutture di accesso. "I sindaci - sottolinea - che dicono il porto è aperto o chiuso, non hanno nessuno autorità per aprire o chiudere un porto.
Di Maio non lesina critiche alla maggioranza
Non è un mistero che la visione leghista sull'immigrazione e sui porti chiusi non sia andata a genio ad una parte del Movimento Cinque Stelle. Pur senza citare direttamente i membri del suo partito, Di Maio lancia un messaggio velato, ma neanche troppo. "Il Decreto sicurezza - evidenzia - è una legge dello stato. Se c'è qualche membro di maggioranza che si sente a disagio, si deve ricordare che fa parte di una maggioranza che questo decreto l'ha votato, che come governo lo sta applicando, che lo sosteniamo e che in questo momento chi prende parte a questa boutade, prende parte ad una boutade politica per fare sentire un po' più di sinistra gente che con la sinistra non ha più nulla a che vedere e di destra partiti che con la destra non hanno nulla a che vedere". Poi l'invito, per tutti, ad occuparsi di emergenze sociali più importanti che fanno meno notizia.