Mercoledì 30 gennaio avrà inizio in Parlamento l’iter relativo alla proposta di legge di iniziativa popolare - promosso dall’Associazione Luca Coscioni che ha raccolto e depositato oltre 130.000 firme - per legalizzare l’eutanasia. Dopo tre mesi dal pronunciamento della Consulta che ha stabilito in un anno il tempo disponibile per colmare i vuoti legislativi, il testo depositato alla Camera il 13 settembre del 2013 verrà esaminato e discusso nelle commissioni Giustizia e Affari sociali di Montecitorio.

Il percorso della legge non si preannuncia semplice; numerose sono le tensioni nella maggioranza e diverse le posizioni dei due alleati di governo. I relatori, Giorgio Trizzino (M5S) e Roberto Turri (Lega) hanno garantito che l’argomento verrà affrontato senza ideologie o appartenenze politiche. Inoltre, la proposta di legge potrà arricchirsi di altri testi, come ad esempio quello del senatore pentastellato Matteo Mantero e di altri senatori del PD. Le audizioni partiranno a metà febbraio dopo aver riunito l’Ufficio di Presidenza e stabilito il calendario.

La Lega non ha preconcetti

Roberto Turri garantisce che da parte della Lega non c’è nessun preconcetto.

Ciò non significa che il partito sia favorevole all’eutanasia, ma che cercherà di trovare una soluzione il più possibile accettabile e condivisa. In effetti la Lega non ha mai messo tra le sue priorità una legge che regolamenti l’eutanasia, ma lo stesso leader Matteo Salvini si è espresso chiaramente in varie occasioni. Il giorno che in Svizzera morì dj Fabo, ad esempio, Salvini pubblicò un messaggio su twitter nel quale dichiarava che uno Stato dovrebbe garantire la libera scelta di ogni cittadino, ma anche assicurare la dignità di chi vuole continuare a combattere.

La posizione del M5S

Per il Movimento 5 stelle l’eutanasia è un tema di grande interesse e già in altre occasioni non è mancato un duro confronto con la Lega sull’argomento.

Nella scorsa legislatura i 5 stelle si unirono al PD per dare il via alla legge sul testamento biologico. Ora, come afferma Giorgio Trizzino, il percorso sarà molto lungo e dovrà prevedere l’ascolto di tutta la società civile e di tutte le associazioni. Tutto è ancora da decidere, mercoledì comincerà un percorso che si preannuncia complicato. Le critiche sono tante, soprattutto da parte delle molte realtà "pro-life" italiane che considerano aberrante qualsiasi intervento dello Stato sul fine vita di una persona. La strada è aperta, vedremo come andrà a finire.