La Camera dei rappresentanti americana ha approvato, con una larghissima maggioranza, una serie di sanzioni punitive contro la Turchia. Il disegno di legge, voluto fortemente dal presidente Donald Trump, impone restrizioni e consistenti pene nei confronti del governo e dei dirigenti di Ankara.

Inoltre, per la prima volta, il Congresso americano ha riconosciuto ufficialmente il genocidio armeno, in cui tra il 1915 e il 1916 persero la vita circa 1,5 milioni di individui.

Immediata la risposta della Turchia che ha definito il provvedimento americano "ad uso interno, priva di qualunque base storica e giuridica".

Nuove sanzioni per la Turchia

L'America di Donald Trump sfida ancora una volta il governo turco. Dopo l'offensiva di Ankara inviata nella parte settentrionale della Siria e a circa 14 giorni dalla visita del presidente Recep Tayyip Erdogan a Washington, la Camera dei rappresentanti ha approvato una nuova serie di sanzioni e restrizioni proprio nei confronti della Turchia.

Inoltre, con una larghissima maggioranza, il Congresso ha anche riconosciuto formalmente il genocidio armeno.

Si tratta di una terribile strage che avvenne durante la Prima Guerra Mondiale, ad opera dell'Impero ottomano. In tali circostanze, morirono circa 1,5 milioni di armeni e in migliaia furono deportati in campi di concentramento.

Davanti alla decisione del Congresso americano, la Turchia ha presto fatto sentire la propria disapprovazione. In particolare, è stato manifestato un forte sdegno del governo di Ankara per le nuove imposte americane. Tuttavia, maggiore indignazione è stata espressa per l'ammissione della strage armena.

Un fatto assolutamente inaccettabile per i turchi che subito hanno attaccato l'operato di Trump. Il portavoce del governo ha affermato che la scelta americana mira "ad uso interno, priva di qualunque base storica e giuridica".

Inoltre, l'ambasciatore americano in Turchia, David Satterfield, è stato convocato presso il ministero degli Esteri.

Anche il capo della diplomazia di Ankara, Mevlut Cavusoglu, si è espresso in merito alle sanzioni americane, definendole un "passo politico insignificante". Al contrario, il ministero degli esteri turco ha condannato la decisione del presidente americano, ricordando a tutti l'esistenza dell'accordo tra Usa e Ankara in merito alla tregua in Siria.

La questione del genocidio armeno

La Camera del Congresso ha anche ammesso in modo formale l'esistenza della strage armena con 405 voti favorevoli, contro soltanto 11 contrari. Tuttavia, Ankara ha espresso indignazione per tale decisione, sostenendo che non si sia trattato di un vero e proprio genocidio.

Piuttosto, il governo turco ha riconosciuto la presenza di massacri reciproci durante la guerra del tempo, in cui la violenza e la carestia. Furono proprio tali fattori ad aver ucciso migliaia di persone da entrambe le parti, data anche la scarsità di aiuti e medicinali presenti in quei territori.

Nel 2008, prima ancora di essere eletto, Barack Obama si era impegnato a riconoscere la strage adoperata dall'Impero ottomano. Tuttavia una volta diventato presidente, non lo ritenne più opportuno. Mentre, nell'aprile 2017, Trump definì tale massacro come "una delle peggiori atrocità di massa del XX secolo", scatenando l'ira della Turchia.