Il caso Bonafede-Di Matteo continua a tenere banco sia nella Politica che sui mass media. La vicenda è quella della mancata nomina del magistrato antimafia Nino Di Matteo al vertice del Dipartimento amministrazione penitenziaria (Dap). Prima decisa e poi ritirata dal ministro della Giustizia Alfonso Bonafede, secondo il racconto fatto dallo stesso magistrato durante una puntata di Non è l’Arena.

I ripetuti attacchi del conduttore del talk show di La7, Massimo Giletti, avevano poi contribuito alle dimissioni del capo del Dap Francesco Basentini, nominato proprio al posto di Di Matteo. La vicenda ha indotto l’avvocato Carlo Taormina a sporgere denuncia contro Bonafede, accusato di aver ceduto a pressioni esterne. Oggi Taormina ribadisce le sue accuse al Guardasigilli adombrando persino una “trattativa Stato-mafia più silenziosa” della prima.

La denuncia di Taormina contro Bonafede

Il 6 maggio scorso Carlo Taormina, ex sottosegretario al ministero dell’Interno nel 2001, annuncia di aver sporto denuncia a Roma nei confronti di Alfonso Bonafede.

L’avvocato vorrebbe sapere dal Guardasigilli in quota M5s “per quale ragione e su indicazione di chi il ministro Bonafede decise di nominare il magistrato Basentini a capo del Dap e si tratta anche di stabilire - si legge nella sua denuncia - quali interconnessioni vi possono essere con le recenti e numerose scarcerazioni di boss mafiosi”. Il rischio, secondo Taormina, è la configurazione del reato ministeriale di favoreggiamento di organizzazioni mafiose, “ovvero concorso esterno”.

L’avvocato al ministro: ‘Bonafede abbia pazienza’

A distanza di quasi un mese da quella denuncia, e alla vigilia di una nuova puntata di Non è l’Arena dedicata al caso Bonafede-Di Matteo, Taormina torna ad attaccare il ministro con un video pubblicato su Facebook.

Bonafede abbia pazienza - scrive l’avvocato rivolgendosi al Guardasigilli - la Procura di Roma arriva insieme al tribunale dei ministri. Avere deciso di nominare Di Matteo per combattere la mafia e poi averlo mandato a quel paese perché doveva prevalere la logica clientelare, significa avere messo a un posto secondario la lotta alla mafia e questo è un reato, stime (sic, ma probabilmente intende ‘stile’ ndr) trattativa stato-mafia effettuata con forme più silenziose”.

‘Bonafede ha anteposto logica clientelare a guerra alla mafia’

Nel video allegato, Carlo Taormina rafforza le motivazioni della sua denuncia. “Vedete la mia camicia rossa? Questa è la camicia del garibaldino per dirvi che io non mollo mai la presa - si rivolge ai suoi fan - mi riferisco alla posizione del ministro Bonafede.

Ho presentato una denunzia contro di lui alla procura di Roma per sapere se è un ministro sensibile alla mafia o per sapere se Di Matteo sia un cialtrone. Ha superato la fiducia in parlamento ma la denunzia alla procura di Roma è lì sempre presente e io la seguo giorno per giorno - ricorda - questo perché, di fronte al fatto ormai acclarato per cui egli, dopo aver dato assicurazione e deciso di mettere a capo del Dap un magistrato anti mafia come Di Matteo, seguendo altre indicazioni ha invece nominato un altro magistrato. Questo significa - ecco i motivi della sua azione legale - che un ministro della Giustizia ha anteposto la logica della spartizione e delle indicazioni clientelari alla guerra contro la mafia.

Di Matteo significava guerra contro la mafia. Non averlo nominato da parte di Bonafede significa aver abdicato alla lotta contro la mafia. E di questo dovrà rispondere in un processo che la procura di Roma deve fare e che io farò in modo che accada”, conclude Taormina.