I ministri degli Esteri della Lega araba, riuniti in videoconferenza, non hanno voluto dar corso ad una bozza di risoluzione congiunta presentata dall'Autorità nazionale palestinese. Con quest'atto l'Anp mirava ad ottenere, da parte dei ministri arabi, una condanna all'accordo di normalizzazione delle relazioni tra Israele ed Emirati Arabi Uniti annunciato il 13 agosto. L'intesa, fortemente voluta dal presidente degli Stati Uniti Donald Trump e dal genero Jared Kushner, sarà dunque firmata il 15 settembre senza ulteriori ostacoli.

Tutti gli Stati arabi di peso (Arabia Saudita, Eau, Egitto, Marocco, ecc.) nonché la Siria e il Libano si sono espressi contro la proposta palestinese. Gli unici interventi favorevoli sono stato quello dello sciita Qatar, di Gibuti, Libia e Somalia.

I collegamenti aerei tra Israele e Dubai sorvoleranno i territori arabi e del Bahrein

Con l'accordo del prossimo 15 settembre gli Emirati Arabi saranno il primo Stato arabo (dopo Egitto e Giordania) a riconoscere lo Stato d'Israele e ad intrattenervi ufficiali relazioni diplomatiche. Già sono stati riaperti i collegamenti aerei e, per l'occasione, anche il Bahrein e l'Arabia Saudita li hanno messi a disposizione.

Ciò ha permesso al primo ministro israeliano Benjamin Netanyahu di sostenere che presto altri Stati arabi potrebbero seguire l'esempio degli Eau.

Pur non approvando la mozione palestinese, la Lega araba ha rassicurato l'Olp sul rispetto degli impegni del 2002, finalizzati al sostegno della causa palestinese. Questa rassicurazione potrebbe essere coerente con una clausola imposta dagli Emirati nell'accordo in questione. In base ad essa Israele si impegna, infatti, a "sospendere" le ulteriori annessioni di territorio palestinese, già previste nel Piano Trump.

Per Hamas, che si ritiene ancora in guerra con Israele, è uno scacco

L'Autorità nazionale palestinese ritiene che la decisione dei ministri della Lega araba sia "una pugnalata alle spalle".

Così si è espresso il suo presidente Mahmud Abbas. Questi ha esortato le diverse fazioni palestinesi ad avviare un dialogo nazionale e a superare le divisioni interne. Il discorso di Abbas era rivolto soprattutto ad Hamas che, da Gaza, si ritiene ancora in guerra con Israele.

Ismail Haniyeh, leader di Hamas, individua ora una "triplice minaccia" per la Palestina. Questa sarebbe costituita dalle clausole del Piano Trump di risoluzione del conflitto israelo-palestinese, dall'eventuale annessione di territori da parte di Israele e dalla normalizzazione delle relazioni diplomatiche tra Gerusalemme e gli Stati arabi. Secondo Jared Kushner, genero e consigliere di Trump per il Medio Oriente, invece, la "pazienza dei Paesi filo-palestinesi si è esaurita".

Il consiglio si è concluso con una dichiarazione contraria alla politica turca

Se il voto dei responsabili della Politica Estera araba è stato favorevole a Israele e Stati Uniti, la stessa cosa non si può dire di altri due Paesi. Tra questi c'è l'Iran - che comunque non fa parte della Lega, non essendo di lingua araba - giacché la sua posizione filo-palestinese ad oggi troverebbe solo l'appoggio del Qatar nel consiglio arabo. Gli stessi hezbollah libanesi, filo-iraniani e avversari di Israele, non sono riusciti ad influire sulla posizione contraria del ministro libanese. La seconda potenza - che nemmeno fa parte della Lega araba - ad aver incassato una posizione sfavorevole è stata la Turchia di Erdogan.

La dichiarazione finale del consiglio interministeriale, infatti, ha condannato gli interventi militari turchi nei territori dei Paesi membri. In particolare, il consiglio ha citato la Libia, la Siria e le "terre irachene", definendo la presenza turca in tali regioni "una minaccia alla sovranità di Baghdad". Infine l'assemblea ha deciso che il problema dell'interferenza turca negli "affari interni" degli Stati membri sarebbe stato un punto permanente all'ordine del giorno delle prossime riunioni della Lega. Solo Qatar, Libia, Somalia e Gibuti hanno avanzato riserve sulla dichiarazione finale contraria alla politica turca del consiglio interministeriale.