A gennaio ci sarà un nuovo Dpcm e, come spesso accade quando ci sono restrizioni da illustrare, potrebbe toccare ancora una volta a Giuseppe Conte spiegarle agli italiani. Gli esperti chiedono di prendere contezza di una situazione epidemiologica che non desta allarme, ma inizia a preoccupare. L'obiettivo è fare in modo che la situazione resti sotto controllo negli ospedali e che non si vada in affanno.
Ragion per cui il governo sembra destinato a muoversi verso nuove limitazioni. Difficile, al momento, pronosticare con certezza quelli che potrebbero essere i dettagli della nuova strategia di intervento normativo, ma la direzione è facilmente pronosticabile.
Il prossimo 7 gennaio cesseranno gli effetti del Decreto Natale e ogni regione dovrebbe tornare a quella che era la su fascia di appartenenza prima del periodo festivo. Uno scenario che, in molti casi, viene considerato un rischio.
E allora cosa aspettarsi a gennaio? Una probabile stretta su quasi tutto. Dalla limitazione degli spostamenti, passando per bar, ristoranti, negozi. Anche perché questa viene ritenuta la fase in cui stringere i denti attendendo la progressione della campagna vaccinale.
Per capire cosa potrebbe accadere nel primo mese del 2021 e da subito dopo il giorno dell'Epifania occorre andare con ordine.
Nuovo Dpcm gennaio forse già il 7
Al momento c'è una settimana interlocutoria tra la fine del Decreto Natale e la cessazione degli effetti del Dpcm in vigore dal prossimo 4 dicembre. Il periodo che va dal 7 al 15 potrebbe essere interessato o da un'ordinanza ad hoc o da addirittura dalla scelta di anticipare il prossimo decreto della presidenza del Consiglio. Questi, però, sono tecnicismi che serviranno soltanto a definire in maniera concreta una strada che appare tracciata.
Colore regioni: quali sono a rischio? Potrebbe cambiare molto nei parametri
Sul tavolo c'è una questione basilare.
Quella relativa alla revisione dei parametri che si utilizzano per determinare la fascia di appartenenza di ciascuna regione. Quelli che, per intendersi, determinano le ordinanze del Ministero della Salute con cui, ogni due settimane, si dispone il livello di rischio epidemiologico.
Si sta, infatti, pensando di abbassare la soglia dell'indice Rt affinché un territorio sia rosso, arancione o giallo. Così per finire in fascia arancione sarebbe sufficiente toccare quota 1 (oggi è 1,25) e in rosso 1,25 (oggi è 1). Questo di fatto già dopo l'Epifania potrebbe portare diversi territori ad abbandonare la fascia gialla. Calabria, Liguria e Veneto potrebbero diventare subito arancioni, con possibilità di entrare in fascia rossa qualora proseguissero nel trend intrapreso.
Basilicata, Lombardia e Puglia rischierebbero in poco tempo di seguirle a ruota, con Friuli Venezia Giulia, Emilia Romagna e Marche che non sarebbero così lontani da una possibile e non auspicata evoluzione sfavorevole. Resta sempre viva la speranza che i prossimi dati siano migliori di quanto non ci si aspetti.
Riaperture bar e ristoranti lontane dopo la zona rossa
È lecito parlare di stretta su bar, ristoranti, negozi, ma anche sugli spostamenti, perché in tal modo diventerebbe più facile per un territorio finire in zona arancione o rossa. Bar e ristoranti sono aperti solo in fascia gialla (dalle 5 alle 18), in altre situazioni possono lavorare solo con asporto e servizio a domicilio.
Gli esercizi commerciali che non si occupano di beni di prima necessità sono costretti a restare chiusi in zona rossa.
In arancione non si può varcare la soglia dei confini comunali senza comprovate motivazione di lavoro, salute o necessità. Le stesse motivazioni che si devono addurre in zona rossa qualora si voglia anche semplicemente uscire di casa. Il tutto da aggiungere al coprifuoco notturno (dalle 22 alle 5) valevole anche per la fascia gialla.
Ma attenzione perché si inizia a ipotizzare un inasprimento delle misure anche per le zone collocate nel minor grado di rischio. Si sta, infatti, iniziando ad ipotizzare la determinazione di una zona rossa nei festivi e nei prefestivi, dunque anche nel weekend. Il sabato e la domenica non si potrebbe circolare al di fuori della propria abitazione senza motivo.