È un post di speranza, ma anche di invito alla solerzia quello di Matteo Bassetti. L'infettivologo del San Martino di Genova, attraverso i suoi canali social, ha voluto mostrare ai suoi follower quello che è stato l'effetto della somministrazione del vaccino contro il Covid in Israele.

Nel post si possono notare una serie di grafici che segnalano un calo di tutti quei parametri che possono essere considerati indice della gravità della situazione epidemiologica in atto.

Ad una crescita dei vaccinati corrisponde, in maniera inequivocabile, una tangibile diminuzione di pazienti ospedalizzati.

Coronavirus, Bassetti spiega perché i dati di Israele sono importanti

Il paese in questione non è stato scelto a caso, tenuto conto che si tratta della realtà che che potrebbe raggiungere l'immunità di gregge prima di tanti altri a livello internazionale. Effetto di un'efficace capacità di approvvigionamento dei vaccini, di una valida organizzazione per la somministrazione, ma anche di una realtà demografica sensibilmente più piccola rispetto ad un grande Paese come l'Italia.

Di certo c'è che si può immaginare Israele come una sorta di microcosmo, dove poter valutare che tipo di impatto può avere una vaccinazione in fase avanzata. Una sorta di prefigurazione di ciò che potrebbe accadere in paesi più grandi quando si raggiungerà la stessa percentuale di vaccinati. "I dati - ha spiegato Bassetti - che provengono da Israele sono molto positivi ed impressionanti".

"Con le vaccinazioni di massa - ha aggiunto l'infettivologo - si è assistito ad una riduzione dei ricoveri settimanali e dei casi gravi soprattutto nella popolazione con più di sessant'anni che è quella che ha già completato il ciclo vaccinale".

Vaccino Covid, l'infettivologo incoraggia a fare presto anche in Italia

Nel post Matteo Bassetti ha inteso dare risalto a come i vaccini in Israele abbiano cambiato la storia dell'infezione. "Dedicato - ha sottolineato Matteo Bassetti - a tutti quelli che hanno dubbi".

Da parte dell'infettivologo è arrivata un'esortazione e un incoraggiamento a velocizzare il processo di vaccinazione in Italia. "Vacciniamo più persone possibili e vedremo presto risultati simili".

I ritardi legati a qualche consegna, qualche problema di organizzazione e la diversa dimensione del Paese rendono sicuramente difficile per l'Italia raggiungere la velocità di vaccinazione avuta da Israele. Tuttavia, secondo quanto evidenziato dal commissario per l'emergenza Coronavirus Domenico Arcuri, sarebbe plausibile l'obiettivo di arrivare a vaccinare una cifra di italiani vicina a sette milioni entro marzo.

Mettere in sicurezza, dopo il personale sanitario, quanti più fragili ed anziani potrebbe equivalere alla visione di una prima luce in fondo al tunnel. Non resta che attendere e confidare che il processo di immunizzazione della popolazione viaggi spedito.