Quando la forma è anche sostanza. O meglio, quando la sostanza è anche forma. Accade a “La Sapienza” di Roma, università tra le più antiche del Belpaese, l'Ateneo più grande d’Europa. Insomma, un orgoglio tutto italiano, un simbolo sociale e culturale con oltre 700 anni di storia. Da valorizzare e rilanciare. Come? Con strumenti e mezzi che assumono contorni fondamentali nell’era dei social media e della comunicazione sfrenata: il sano e intelligente merchandising ai tempi dei cosiddetti “intangibles assetts”, dove immagine e identità si pongono tra i principali fattori critici di successo di una organizzazione.

D’altronde, anche la reputazione (oggi centrale nei rating internazionali) dipende anche dalla capacità che un ente ha di "rappresentare" sè stesso, per cui non solo deve "fare" e "fare bene", ma anche "farlo sapere" adeguatamente.

Ed è proprio su questi principi che è stato partorito “Sapienza Store”, punto vendita interno alla città universitaria (ingresso di Viale Regina Elena, 334) destinato a veicolare identità e appartenenza universitaria attraverso i prodotti del merchandising dell’ateneo romano. Ma, si badi bene, è solo la punta dell’iceberg di un percorso che parte da lontano e che oggi, con il Rettorato del Prof. Eugenio Gaudio, è stato ripreso, valorizzato e rilanciato con determinazione e impegno.

Già, infatti, con il precedente mandato, quello del Prof. Luigi Frati, furono poste le basi per la nascita del Sapienza Store: «Basi da quel momento costantemente solidificate nel tempo dall'Amministrazione dell'Ateneo, grazie alla fondamentale e sapiente guida del nostro Direttore generale, Carlo Musto D'Amore - sottolinea la Prof.ssa Roberta Iannone, delegata del Rettore per il merchandising de La Sapienza -.

Sono anni ormai che gli Atenei pubblici e privati di tutta Italia si sono orgogliosamente appropriati di questo strumento di condivisione per veicolare la propria immagine e la propria identità.Se questo accade è perché non si tratta di una mera strategia di comunicazione, ma di una vera e propria trasmissione di valori anche attraverso gli oggetti, come il valore dell'inclusione (come le borse cucite a mano dai detenuti), il rispetto per l'ambiente (Perpetua, la matita Made in Italy, menzione d'onore al Compasso d'oro, 80% di grafite riciclata) e molti altri ancora.

Né si tratta di una mera operazione commerciale, considerando che si punta a una "qualità economica" e che questi oggetti non sono affatto un fine ma un mezzo».

Insomma, il brand Sapienza comincia a prendere prepotentemente piede e lo testimonia il successo del nuovo Store, accolto con entusiasmo dalla comunità universitaria: «Le vendite sono state esplosive. Da quando Sapienza Store ha aperto (dicembre 2016, ndr) è stato letteralmente "preso d'assalto". Siamo rimasti noi stessi davvero basiti. Ci sono stati entusiasmo e curiosità di gran lunga superiori ad ogni immaginazione. Mai come in questo caso la "realtà ha superato la fantasia" - afferma la Iannone -. Abbiamo avuto tutte le feste natalizie con la fila di clienti fuori dalla porta, ma non è stato il boom del momento, circoscritto alla novità.

Il merchandising d'Ateneo continua a rapire e contagiare tutti. Anche attraverso le vendite online, altro grande passo avanti nel rilancio attuale del merchandising di Ateneo destinato ad essere ulteriormente potenziato. E poi è sempre attivo l'angolo outlet, ulteriore novità e successo pensato per andare incontro alle tasche degli studenti: è bello vederli soddisfatti e sorridenti nel poter regalare Sapienza a Natale, come in qualsiasi altra occasione». I tempi cambiano, la società pure, ma la Sapienza di Roma tiene sempre il passo, confermandosi ateneo lungimirante e moderno. Il Papa Bonifacio VIII, fondatore della prima Studium Urbis romana, ne sarebbe davvero contento.