Numerosi studi epidemiologici hanno messo in risalto la presenza di una correlazione tra consumo di alcol e mortalità, derivante dalla combinazione degli effetti positivi e negativi dell’etanolo, sostanza contenuta negli alcolici stessi.
La “lunghezza della vita” si è infatti dimostrata significativamente maggiore nel caso del bevitore moderato rispetto sia all’astemio sia al bevitore pesante. Tra le bevande alcoliche, il vino è la sostanza maggiormente correlata con una diminuzione dell’incidenza dei fenomeni aterosclerotici (infiammazione cronica delle arterie di grande e medio calibro) e di cardiopatie.
Nel dettaglio è stato dimostrato che un’assunzione moderata e continuativa di vino porta a un aumento delle lipoproteine HDL (capaci di rimuovere il colesterolo in eccesso dai tessuti periferici), ad una diminuzione del fibrogeno plasmatico e dell’aggregazione piastrinica.
La capacità di modificare i parametri ematochimici è associata ai radicali liberi, sostanze ad attività antiossidante ed antitumorale normalmente presenti nella frutta, negli ortaggi ed anche nelle foglie del tè. Estremamente interessante si è rivelata inoltre la classe dei polifenoli (antiossidanti naturali presenti nelle piante), che sono presenti nella frutta, nella verdura, nelle piante aromatiche come rosmarino, salvia ed origano, nell’olio d’oliva, nel tè e nel vino.
In quest’ultimo in particolare si ritrovano differentemente distribuiti in vinaccioli, polpa, bucce e raspi. Il contenuto di polifenoli dei vini bianchi (30-120 mg/l) è di molto inferiore a quello dei vini rossi (200-3500 mg/l). Tale differenza è addebitabile soprattutto alla differente tecnica di vinificazione impiegata.
E’ importante comunque sottolineare come il consumo di vino, soprattutto in Italia dove tale bevanda appartiene profondamente alla tradizione agricola, sociale ed economica degli abitanti, debba mantenere caratteristiche di moderazione al fine di non annullare o rendere vani i fattori positivi per la salute sopra elencati.