Da New York una bella notizia dal mondo scientifico: il vaccino contro l'Hiv testato sulle scimmie ha dato esito più che positivo contro il virus, riuscendo a debellarlo in modo radicale, e, addirittura con solo pochi giorni di sperimentazione.

A dare la bella notizia è stato il Nature che ha pubblicato i risultati dello studio condotto dal professor Dan Barouch della Harvard Medical School di Boston. La sperimentazione si è svolta sia ad Harvard che alla National Institute of Allergy and Infectious Diseases in due diversi gruppi scientifici.

Non è la prima volta che un vaccino dà risultati di questo tipo: un primo tentativo con esito positivo si era verificato in laboratorio ad opera dei ricercatori della Oregon Health and Science University.

Le ricerche dell'Oregon hanno riguardato un virus che ha una forma più aggressiva (il SIVmac239), la cui potenza è tale, dicono i ricercatori, da essere fino a 100 volte superiore all'HIV come effetto distruttivo.

Anche in Italia la ricerca ha avuto riscontri positivi. Con un insieme di farmaci di antiretroviali e altre due sostanze, l'Istituto Superiore di Sanità con un gruppo di ricercatori presieduti da Andrea Savarino e in collaborazione con la Duke University nel North Carolina è riuscito a raggiungere un regresso della malattia sui macachi.

Presto quindi si procederà alla sperimentazione sull'uomo, ma i tempi e la definitiva valutazione positiva quali saranno, sono già certi, ci si chiede? E poi quanto costerà il farmaco? Il mondo scientifico ha i suoi tempi e i suoi costi ma si spera di dare una speranza ai tanti malati.

Ecco le dichiarazioni del professor Barouch: "L'effetto di questi potenti anticorpi è molto profondo e con risultati mai visti fino ad oggi.

Non è stato mai provato un antivirale di tale portata" e ha continuato dicendo che "I nostri dati dimostrano per la prima volta che c'è stata una profonda efficacia terapeutica di potenti Hiv-specifici anticorpi monoclonali nelle scimmie cronicamente infettate da un altamente patogeno virus di immunodeficienza comune a scimmie e uomini".

E non solo, ha anche affermato:"I nostri dati dimostrano per la prima volta che c'è stata una profonda efficacia terapeutica di potenti Hiv-specifici anticorpi monoclonali nelle scimmie cronicamente infettate da un altamente patogeno virus di immunodeficienza comune a scimmie e uomini".

Di cosa è composto il vaccino? Un insieme di Hiv-specifici anticorpi monoclonali o singoli anticorpi monoclonali.

Dopo le prove in laboratorio sulle scimmie, il virus regrediva in modo veloce sia dal sangue che dai tessuti; il periodo di remissione della patologia si è verificato in un arco temporale che andava dai tre ai 7 giorni.

Questi dati fanno ben sperare. Già in passato si riusciva ad eliminare il virus nel sangue; quello invece che era rimasto un tabù per la ricerca era riuscire ad avere uno stesso impatto positivo sul resto del corpo (ecco la più significativa novità).

Una scoperta che arriva dopo anni di diffusione di un virus che ha seminato morte senza lasciare via di scampo a chi ha contratto il virus.

Per molti questo studio è arrivato troppo tardi e ancora c'è strada da fare, ma si spera che la notizia sia confermata sulle ricerche che verranno condotte sull'uomo e che finalmente una delle malattie più pericolose e molto più diffuse di quanto se ne parli, sia una volta per tutte debellata. Incrociamo le dita.