Da inizio aprile è entrato in vigore il decreto legislativo che stabilisce la possibilità di curarsi in altri Paesi dell'Unione europea. I cittadini possono ora recarsi all'estero per curarsi sia per le terapie non presenti sul suolo italiano, sia per quelle non soddisfacenti, il tutto a carico dello Stato. Vediamo quali sono le regole a cui attenersi.

  1. Il paziente anticipa i costi delle prestazioni sanitarie che gli verranno rimborsate al suo rientro in patria.
  2. I rimborsi non potranno superare il costo che il cittadino avrebbe fatto spendere all'ASL se si fosse curato presso il servizio sanitario nazionale; l'eventuale differenza è a carico suo.
  3. Le prestazioni devono essere previste nelle forme essenziali nella propria nazione.
  4. Acquisto di farmaci presso qualsiasi farmacia dell'Unione Europea, previo ricetta del proprio medico

Passiamo alle esclusioni.

  • Esclusi i trapianti con liste di attesa nazionali.
  • Le cure per malattie croniche.
  • Gli interventi di chirurgia estetica.
  • Parte delle spese odontoiatriche.
  • Vaccinazioni contro malattie contagiose.

Modalità dei rimborsi: presentare la richiesta entro 60 gg. dalla spesa alla propria ASL di riferimento la quale ha 60 gg. di tempo per pagare. Per chiarimenti ed informazioni contattare la propria ASL di appartenenza oppure il Contact point del Ministero della Salute nell'area "Cure nell'Unione Europea".

Sono finiti i viaggi dalla partenza complicata dal trasporto di medicine, queste, prescritte dal proprio medico di famiglia, possono essere liberamente comprate in qualsiasi farmacia dei paesi dell'U.E. Al ritorno in Italia si chiede il rimborso delle spese sostenute.