In Finlandia, un team di scienziati ha evidenziato un collegamento tra due geni presenti nel DNA umano e la tendenza al comportamento violento, in un gruppo di 900 prigionieri delle carceri finlandesi. Lo studio si è avvalso delle moderne tecniche di raccolta di campioni e sequenziamento genico su un gruppo di 900 detenuti, scelti a caso tra la popolazione di due carceri finlandesi e un gruppo di liberi cittadini, sempre finlandesi, che si sono offerti volontari. Ogni individuo è stato categorizzato secondo l'eventualità, la gravità e la violenza del crimine commesso.

Si è evidenziato come i 78 soggetti che rientravano nella categoria "Criminali estremamente violenti" (almeno 10 omicidi commessi e altri crimini violenti), presentassero una bassa attività del gene MAOA, Monoamine Oxidase A (responsabile della velocità di abbassamento della dopamina) e del gene CDH13. Queste evidenze non sono state trovate invece negli altri soggetti, escludendo legami tra l'espressione di questi due geni e l'abuso di sostanze droganti o i comportamenti antisociali in genere.

Tutto ciò potrebbe ricordare casi tristemente famosi come il pretestuoso legame tra fisionomia e tendenze violente ricercato dal Lombroso alla fine dell' 800, ma la relazione tra questo nuovo studio e la pseudoscienza, finiscono in uno sbiadito ricordo.

Infatti, gli stessi scienziati hanno evidenziato come solo il 5-10% dei casi di crimini violenti in Finlandia, possa essere ricondotto all'espressione errata di questi due genotipi e che lo screening genetico non possa essere utilizzato al fine di evidenziare possibili comportamenti violenti. Molti più geni potrebbero essere coinvolti nel concretizzarsi di comportamenti violenti all'interno dell'individuo e la maggior parte degli individui con un alto rischio genetico, molto probabilmente non manifesterà mai comportamenti "violenti".

Uno degli scienziati coinvolti, il Prof. Tiihonen, afferma: "Ci sono molti fattori che contribuiscono alla capacità mentale di una persona, l'unica cosa che conta è la capacità dell'individuo di capire le conseguenze di quello che sta facendo" e questo -fortunatamente- non è controllabile solo geneticamente.