Sofosbuvir è il 'superfarmaco' per la cura dell'epatite C. Il dato più evidente e inquietante riguarda la grandissima differenza di prezzo del farmaco in Italia, dove il suo costo raggiunge i 45mila euro a ciclo di trattamento, contro il costo di un euro a compressa al quale viene venduto in India.
Sofosbuvir: indagini della procura di Torino
La notevole differenza del prezzo del farmaco Sofosbuvir, è stata evidenziata dall'indagine, della procura di Torino, in relazione ai problemi legati al farmaco e ai suoi costi elevati per il sistema sanitario pubblico.
Farmaco costosissimo, senza la certezza di guarigione dalla patologia, a lungo termine. Diversi i casi di decessi, su cui la procura torinese sta conducendo le sue indagini, pazienti ai quali non sarebbe stata somministrata la cura appropriata.
In attesa degli sviluppi delle indagini, il giudizio degli esperti è unanime sulla certezza che, le persone a cui sottoporre il trattamento con Sofosbuvir, dovrebbero essere tutte quelle affette dal virus dell'epatite C. Attualmente la scelta ricade solo sui pazienti dove la patologia è in stato avanzato, mentre invece la cura precoce, potrebbe bloccare il virus, prima che danneggi organi vitali in modo irreparabile, permettendo così, a lungo termine, di risparmiare ai pazienti la cirrosi e il trapianto di fegato.
Rischi per i 'viaggi della speranza', alla ricerca del costo più basso del farmaco
L'India non sarebbe il solo Paese straniero dove è possibile trovare il farmaco a prezzi inferiori, infatti, anche in Egitto è possibile trovarlo a prezzi competitivi.
La conseguenza, dell'immissione in commercio di molecole concorrenti, è che i prezzi comincino automaticamente a calare.
La logica del mercato dei farmaci di analoga efficacia, è dettata dal prezzo del primo ad essere uscito sul mercato. Nel caso di Sofosbuvir, il prezzo stabilito negli Stati Uniti, primo Paese ad aver approvato la molecola, si aggirava sopra i 40 mila dollari, cifra che ha determinato la negoziazione per gli altri Stati. Il serio rischio adesso, risiede nei possibili "viaggi della speranza" o pericolosi acquisti online, canali per i quali la truffa a discapito del malato, è dietro l'angolo.