Un gruppo di ricercatori dell’Università di Torino e di Ferrara ha identificato una cura in grado di contrastare una grave malformazione cerebrale. Si tratta dell’autofagia, una rara malattia dei vasi sanguigni del cervello, che può causare deficit neurologici, processi patologici, invecchiamento cellulare e attacchi epilettici. Secondo i ricercatori esisterebbe un antibiotico che avrebbe la capacità di curare le cellule, attraverso un ripristino del processo di ringiovanimento delle cellule. Questo sarebbe originario dell’Isola di Pasqua. Si tratterebbe di una vera e propria medicina sperimentale che, con l’aiuto di molteplici studi, potrebbe rappresentare l’unica cura efficace in grado di sconfiggere la patologia cerebrale.

Cosa è l'autofagia

L’autofagia è una malformazione cavernosa cerebrale che colpisce i vasi sanguigni del cervello, causando seri problemi patologici. E, nella maggior parte dei casi, potrebbe provocare disturbi ed emorragie letali. Lo studio di gruppo, pubblicato sul giornale EMBO Molecular Medicine, è stato realizzato dalla collaborazione di due insegnanti universitari di Ferrara e Torino. Entrambi hanno studiato le varie forme dell’autofagia e gli effetti che essa avrebbe potuto causare. In seguito, i ricercatori hanno scoperto l’esistenza di tre geniche continuano a mutare, causando il malfunzionamento cellulare. Sembrerebbe esserci una possibile cura. L’esistenza di un determinato farmaco potrebbe portare alla risoluzione dei processi patologici.

Con i successivi approfondimenti il gruppo di lavoro è riuscito ad identificare un antibiotico terapeutico, in grado di ripristinare il malfunzionamento delle cellule. Si chiamerebbe Sirolimus e sarebbe conosciuto per gli effetti positivi raggiunti in passato. L’antibiotico è stato utilizzato nelle aziende ospedaliere per il trapianto di organi.

I ricercatori sostengono che questo tipo di farmaco potrebbe essere naturale e appartenere alla composizione del terreno dell’Isola di Pasqua.

Potrebbe trattarsi di una nuova medicina sperimentale che cura le malformazioni cavernose cerebrali della rara malattia genetica. Grazie ad un finanziamento della Fondazione Telethon, gli studiosi avranno modo di analizzare lo studio e scoprire se, effettivamente, questo farmaco possa essere utilizzato in futuro come una vera e propria terapia.Se vuoi rimanere aggiornato su questo ed altri argomenti, clicca sul tasto"Segui"vicino al nome ad inizio articolo, e condividi o commenta la news sui vari social network.