Secondo i dati forniti dall'OMS (Organizzazione Mondiale della Sanità), ogni anno si verificano nel mondo dai 90.000 ai 200.000 nuovi casi di lavoratori che si ammalano di tumori professionali e di altre malattie contratte sui luoghi di lavoro. L'OMS ha riscontrato anche un aumento, dal 2009 ad oggi, dei fattori di rischio che più influenzano l'insorgere di malattie legate all'attività lavorativa. I rischi non sono più solo quelli legati all'amianto, agente cancerogeno che ha colpito nel corso degli anni i lavoratori di un particolare settore industriale, quello metallurgico e metalmeccanico.

Aumentano i tumori rari (come i mesioteliomi) e anche le malattie cardiovascolari e broncopolmonari.

Una ricerca condotta dall'Eurogip, l'organismo francese che mette a raffronto i principali sistemi previdenziali europei ha riscontrato una percentuale molto alta di correlazione tra il lavoro svolto e l'individuazione di nuove sostanze nocive di pari passo con l'evoluzione degli studi scientifici. Le malattie croniche costituiscono ancora oggi una delle maggiori cause di mortalità negli adulti in tutto il mondo con un progressivo trend in aumento. Secondo i dati dell'OMS, confermati dal Ministero della Salute, nel mondo 35 milioni di persone per malattie croniche. I fattori di rischio sono molteplici, dall'inquinamento atmosferico alle condizioni sociali, dal fumo di sigaretta ai fumi da esposizioni industriali.

In Italia, l'ex Ispesl (attuale Inail) fa registrare dati preoccupanti. Su 21,8 milioni di occupati il 24% (circa 4,2 milioni di persone) è esposto ad agenti patogeni. Si è anche scoperto che di queste 4,2 milioni di persone, poco meno del 50% sono affette da tumori contratti negli ambienti di lavoro, complice la scarsa sorveglianza sanitaria.

Secondo il rapporto Inail aumentano le malattie professionali, a partire dagli infortuni sul lavoro fino all'insorgere di patologie muscolo-scheletriche e bronco-polmonari, l'absestosi e le patologie da rumore.

Dal 2009 ad oggi si sono verificati 780.000 infortuni di cui 950 sono stati mortali. Le denunce sono state 34.646, il valore più alto degli ultimi quindici anni.

Non sono conteggiate, però, quelle che l'Inca definisce "malattie perdute", i cui dati, a causa del lungo periodo di latenza o alla mancata denuncia del lavoratore, non sono pervenute. Secondo il dossier dell'Inail, dal 2000 al 2009 c'è stato un aumento progressivo di patologie muscolo-scheletriche, dal 60 all'86%.

Aumentano le malattie respiratorie e cardio-bronchiali. L’Inps ha aggiornato qualche settimana fa l’elenco delle malattie professionali contenute nel registro nazionale e soggette a comunicazione obbligatoria, come stabilito dal Decreto ministeriale del 10 giugno 2014. Il medico che viene portato a conoscenza di una malattia professionale contratta dal paziente ha l’obbligo di segnalarlo alle autorità competenti, presentando una denuncia all’ispettorato del lavoro competente per territorio.

Secondi i dati forniti dall’INAIL, negli ultimi anni sono comparsi sintomi di malattie cardio-respiratorie, anche in soggetti esposti a determinati fattori di rischio, come sostanze chimiche nocive, vibrazioni, radiazioni.

L'allarme fibre nocive.Tra le categorie più esposte vi è per l’84% il settore industriale, ma c’è una percentuale del 24% che proviene dal mondo dell’agricoltura. Un dato, quest’ultimo, che fa riflettere sulla presenza di agenti patogeni che provengono dalla concimazione chimica. Inoltre, il Registro nazionale dei mesioteliomi in Italia ha fatto registrare un'impennata dei tumori soprattutto nel settore dell'edilizia. La fibra, infatti, è presente anche in situazioni, ambienti e luoghi insospettabili: nelle macchine del caffé, negli impianti di frenata degli ascensori, nei locali adibiti alla conservazione delle munizioni.