Siamo ormai alla sesta edizione del volume “I numeri del cancro in Italia”, a cura dell’Associazione Italiana di Oncologia Medica (AIOM) e dell’Associazione Italiana Registri tumori (AIRTUM). Una fotografia del Paese su una delle malattie un tempo definite “incurabili”. C’è una continua evoluzione in questo settore, con un forte incremento del numero di pazienti che convive con il cancro, passati da 2 milioni e 244 mila nel 2006 ad oltre 3 milioni nel 2016.

Trend destinato a crescere per raggiungere i 4 milioni e mezzo nel 2020. Non si tratta di una cattiva notizia ma dei progressi che la medicina ha fatto in questo campo sottraendo milioni di pazienti all’infausto destino, (ex-)pazienti che adesso hanno alle spalle una storia di cancro o che convivono con essa.

Una fotografia multistrato

Un italiano su 20 ha avuto un tumore. Ma, fortunatamente, una Sanità pubblica di livello paragonabile, se non superiore, a quella di altri Paesi europei, ha assicurato a questi connazionali una sopravvivenza duratura se non una guarigione definitiva. Sono infatti oltre 3 milioni i pazienti che sono guariti o convivono con una diagnosi di cancro, conducendo una vita più o meno regolare.

Le nuove diagnosi: le stime parlano di 365.800 nuovi casi di tumore nel corso del 2016: 176.200 nelle donne e 189.600 tra gli uomini. Questi numeri dicono anche un’altra cosa: rispetto allo scorso anno stanno aumentando i tumori fra le donne e diminuendo quelli fra gli uomini.

Migliora la sopravvivenza: prendendo in esame quelli che fino a pochi anni fa erano considerati i tumori più nefasti, quello alla prostata per l’uomo e alla mammella per la donna, oggi questi tumori fanno registrare una sopravvivenza a cinque anni superiore al 90%.

E questo grazie alle campagne di screening e ad una diagnosi sempre più precoce. Inoltre, la sopravvivenza dei pazienti con certi tipi di cancro, come prostata, mammella, laringe, stomaco, fegato, colecisti, pancreas, colon, polmone, rene e vescica in Italia è superiore a quella osservata in altri paesi del Nord Europa.

I tumori più frequenti: Colon-retto, seno e polmoni si dividono questo poco invidiabile podio con rispettivamente 52mila, 50mila e 41mila nuovi casi attesi nel 2016. Seguono prostata (35 mila) e vescica (26.600). Tra gli uomini, la prostata ha una incidenza del 19% su tutti i casi di neoplasia seguiti da colon-retto (13%) e dalla vescica (11%). Nelle donne è sempre il cancro alla mammella al primo posto (30%) seguito dal colon-retto (13%) e dal polmone (6%).

Permane ancora una differenza nord-sud: nel meridione ci si ammala meno ma si rischia di più. Questo, dicono gli esperti, è dovuto a differenti stile di vita e alle campagne di screening per la prevenzione. Al Sud prevale ancora la dieta mediterranea, ritmi di vita meno stressanti, maggior numero di figli, minore incidenza al fumo e una esposizione all’inquinamento inferiore.

Al Nord, invece, sono più capillare le campagne di screening che consentono di arrivare a delle diagnosi precoci.  

E tra i due sessi? Negli uomini prevale il cancro alla prostata, ma solo dopo i 50 anni. Fino a quell’età è il cancro al testicolo quello che prevale nei maschi. Superato i 70 anni è il cancro allo stomaco quello che colpisce in misura maggiore. Nelle donne, invece, il cancro alla mammella non fa differenza: colpisce a qualsiasi età. Per le donne giovani (meno di 50 anni) sono i tumori alla tiroide, i melanomi, i tumori al colon-retto e alla cervice uterina, quelli che hanno una incidenza elevata. Oltre i 50 anni prevalgono colon-retto, utero, polmone e tiroide mentre. Oltre i 70 anni, si riducono quelli alla tiroide ma aumentano i tumori allo stomaco e al pancreas.

La sfida al cancro: un lavoro di squadra. La lotta al cancro richiede un impegno in campo scientifico (medico e farmaceutico) ma anche una consapevolezza collettiva, come è successo con la campagna contro il fumo di sigaretta. Inoltre, fondamentali sono alcune vaccinazioni, lo screening e la diagnosi precoce.