Nell’odierna società digitale sussiste una responsabilità educativa nel rapporto con le nuove tecnologie. Le nuove generazioni, infatti, risultano maggiormente propense e facilitate nell’uso delle nuove tecnologie grazie alla presenza di almeno un computer connesso alla rete presente nelle nostre case. L’evoluzione tecnologica, quindi, mette a disposizione nuovi strumenti di comunicazione che possono modificare i comportamenti dei bambini influenzandone in modo determinante la loro crescita. Il computer, lo Smartphone o il tablet possono diventare fattori rilevanti di solitudine e rendere il minore soggetto passivo del consumismo tecnologico.

Sono ormai note alcune conseguenze fisiche dell’utilizzo eccessivo di dispositivi tecnologici, come allucinazioni uditive, encopresi, enuresi, dolore al polso, al gomito e al collo, obesità, inattività fisica ed epilessia. Del resto, è storia recente il fenomeno Pokemon Goed i conseguenti disturbi psichici che ha provocato a coloro che ne hanno fatto abuso.

Le “new addiction” o dipendenze comportamentali

La dipendenza da dispositivi tecnologici può pacificamente essere annoverata tra le cosiddette new addiction o dipendenze comportamentali che rappresentano quelle condizioni nelle quali un individuo fa un uso patologico non di una sostanza illegale ma di un comportamento generalmente lecito e socialmente accettato come può essere lo shopping (c.d.

shopping compulsivo) l’alimentazione, le lotterie e le slot machine (c.d. ludopatia). In analogia con le dipendenze da sostanze, le dipendenze tecnologiche sono caratterizzate dalla centralità dello strumento tecnologico nei pensieri e negli affetti dell’individuo. Del resto sempre più di frequente alle cene tra amici, al parco giochi, alle feste di compleanno si assiste alla solita scena ossia che un bambino chieda al proprio genitore il permesso di poter giocare con lo smartphone (sempre se non ne abbia uno tutto suo).

Un’altra scena alla quale si assiste sempre di più è vedere per strada un gruppo di ragazzini che guardano qualche videoclip dal telefono invece che praticare i giochi di strada. Per non parlare poi dei videogiochi violenti che secondo alcuni studiosi possono aumentare il livello di aggressività reattiva e comportamentale.

Al Gemelli di Roma il primo centri per i malati di Web

In Italia, il primo centro per curare i drogati di web è stato aperto nel 2009 al Gemelli di Roma. Le testimonianze raccolte dai medici sono agghiaccianti: si va dagli adolescenti che marinavano la scuola per restare a casa a giocare con la consolle, sino a ad arrivare a ragazzini che giocavano l’intera notte senza neanche andare al bagno al momento del bisogno. Tutto questo naturalmente incide negativamente anche sul rendimento scolastico e sul relativo livello di apprendimento. D’altronde, qualunque genitore di un nativo digitale deve fare i conti durante il momento dei compiti a casa con la consolle o la chat di turno. Pertanto, qualsiasi cosa (compresi i videogiochi e gli smartphone) diventa nociva quando viene usata “male”, senza una supervisione adeguata.

Per questo motivo si raccomanda ai genitori di assumere anche l’importante compito educativo ed affettivo di far sì che i videogiochi non divengano sostitutivi di attività e metodi fondamentali per lo sviluppo cognitivo e sociale del minore (lettura, esercizio fisico, giochi tradizionali con i pari, etc..). È fondamentale stabilire regole precise in età giovanile con l’auspicio che vengano seguite anche in età adulta, quando si acquisisce un maggiore senso critico.