I ricercatori del MIT di Boston, negli USA, hanno sviluppato una nuova tecnica di imaging che consente di visualizzare in tempo reale i processidi trasmissione basati sulla serotonina, il neurotramettitore implicato nella regolazione dell'umore e nella depressione. I primi risultati della nuova tecnica, che si basa sulla risonanza magnetica funzionale (fMRI), sono stati pubblicati dalla prestigiosa rivistaNeuron.

Depressione, serotonina e antidepressivi

Tutti i neuroni sono provvistisia di meccanismidi rilascio dei neurotrasmettitori, tramite le sinapsi, sia di meccanismi preposti al recupero degli stessi.

Alcuni farmaci adoperati in neurologia e, soprattutto, in psichiatria tendono a inibirei processi di recupero del neurotrasmettitore, al fine di prolungarne l'azione.

In particolare, alcuni farmaci antidepressivi agiscono sul meccanismo di recupero della serotonina, un neurotrasmettitorecoinvolto nella regolazione dell'umore e la cui riduzione nei circuiti nervosi sarebbe tra le cause dellealterazioni patologiche dell'umore che caratterizzano gli stati depressivi.

Ad esempio, tra i farmaci impiegati perridurre i sintomi della depressione ci sono gli inibitori selettivi del reuptake della serotonina, ovvero del recupero della serotonina. Di questa classe di farmaci, che sono detti per brevità SSRI, fanno parte la fluoxetina, meglio conosciuta con il nome commerciale di Prozac, il citalopram oppure la paroxetina.

Sebbene l'utilizzo degli SSRI sia molto diffuso, data la loro efficacia, essi funzionano soltanto in alcuni pazienti e non in altri. Inoltre, non si conoscono nel dettaglio i motivi di tale efficacia e, per questo motivo, non si possono disegnare e sintetizzare nuovi farmaci antidepressivi che siano altrettanto efficaci ma funzionanti in un numero maggiore di pazienti.

Il recupero della serotonina in 3D

"Fino a oggi" racconta Aviad Hai, primo autore dello studio e ricercatore presso il Dipartimento di Ingegneria Biologica del MIT "è statoimpossibile osservare il processo di recupero deineurotrasmettitori da parte dei neuroni su ampie regioni di cervello contemporaneamente". La visualizzazione dei meccanismi d'azione dei farmaci che bloccano il recupero dei neurotrasmettitori, come gli SSRI, è una condizione necessaria per produrne di nuovi e migliori.

Le uniche tecniche attualmente applicabili negli animali di laboratorioper monitorare gli effetti dei farmaci già in usoe le molecole in fase di sperimentazione forniscono dati relativi a piccole porzioni di cervello e non riescono a fornire un quadro generale.

"La nostra tecnica" spiega ancoraAviad Hai "combinando la fMRI con sofisticati modelli matematici permette di visualizzare i movimentidella serotonina in presenza degli SSRI su ampie regioni di cervello analizzatein 3 dimensioni". Non solo, ma l'applicazione della nuova tecnica ha anche già fornitoulteriori prove dell'interazione tra il sistema della serotonina e il sistema della dopamina, un altro neurotrasmettitore implicato nel determinare il comportamento e lo stato psichico di ognuno di noi.

"I dati prodotti con la nuova tecnica" concludeAviad Hai "spingono a ipotizzare che potrebbe non essere sufficiente mirare soltanto al sistema della serotonina, ma gli antidepressivi del futuro dovrebbero agire contemporaneamentesul sistema della dopamina perché i due neurotrasmettitoriappaiono molto meno indipendenti di quanto si credesse prima".