Da tempo ormai è sempre più frequente lasciare le scarpe fuori da casa, sia della propria che nelle case altrui, anche se ospiti. L'abitudine di lasciare le scarpe fuori dall'uscio si sta diffondendo nelle nostre abitazioni solo negli ultimi anni, ma nei Paesi Scandinavi e soprattutto nel lontano Giappone, dove l'abitazione è un luogo "sacro", è una pratica ormai consolidata. I motivi sono vari oltre che quelli relativi all'igiene.
I benefici di lasciare le scarpe fuori di casa
Le scarpe da sempre denotano lo status sociale e abbiente di una persona, un capo che oltre alla funzionalità unisce il tratto distintivo di chi le indossa.
Dal secondo dopo guerra in poi le calzature hanno visto un'economia prospera e rosea, proprio per il fatto di tracciare la personalità di chi le indossava venivano tenute anche in casa, sia nella propria abitazione nel caso di visita che come ospiti.
Per chi avesse viaggiato nel lontano oriente o nel più vicino Nord Europa si è trovato di fronte a una novità non da poco, togliersi le scarpe per entrare in casa d'altri. Infatti sono numerosi i porta scarpe negli androni dei palazzi in Scandinavia e Norvegia, con pantofole o calze imbottite disponibili per gli ospiti. Se da noi stare senza scarpe in case altrui potrebbe creare imbarazzo altrove è la normalità.
Più vicini alla tradizione giapponese
I vantaggi di lasciare le scarpe fuori di casa sono molteplici, innanzitutto viene salvaguardata l'igiene dell'abitazione non portando nell'ambiente domestico batteri e sporco da fuori, si limita il proliferare di virus e infezioni che potrebbero colpire le persone. Viene inoltre data una certa sacralità come in Giappone alla casa: mai un giapponese penserebbe di calpestare il tatami con scarpe sporche.
Inoltre è evidente una certa simbologia sociologica come fa notare Marco Belpoliti su Repubblica, le pantofole come simbolo borghese stanno lentamente scomparendo per lasciare il posto a calzature domestiche tutte uguali, che non differenziano gli ospiti dai padroni di casa, come nel lontano Oriente.