Quante volte si ricorre al taglio di pasticche troppo grandi da deglutire? Talvolta i medicinali in compresse o pillole hanno dimensioni impossibili per essere ingoiate agevolmente, soprattutto da bambini e anziani, ma quello che è un comportamento piuttosto diffuso, insieme a quello di mescolarle nel Cibo, è stato definito recentemente potenzialmente dannoso.
A spiegarlo sono gli esperti della SIGG, la Società Italiana di Gerontologia e Geriatria, che si è riunita a Napoli per la sessantaduesima edizione del Congresso Nazionale; argomento trattato all’interno dell’evento è proprio l’abitudine di modificare i medicinali, schiacciandoli, tritandoli o spezzandoli, per essere assunti.
Alterazione dei principi attivi dei medicinali
L’abitudine di spezzare le pillole non è solo legata a un modo più agevole per assumerle, ma spesso risponde alla necessità di dosare il trattamento secondo le prescrizioni dei medici; dai dati raccolti dal SIGG, è emerso che quattro anziani su dieci spezzano le compresse mentre uno su cinque le mescola al cibo per una migliore ingestione.
In realtà, spiegano gli esperti, pur utilizzando gli appositi strumenti in commercio che dovrebbero tagliare le pillole con precisione, la quantità di farmaco che si assume con l’aggiustamento della dose si è rivelato discostarsi dalla quantità prescritta in una percentuale pari al 15%.
Insomma dividere le pillole non solo può avere effetti negativi sulla giusta dose che si dovrebbe assumere, ma potrebbe essere dannoso in caso se ne assuma anche qualche grammo in più rispetto a quanto prescritto dal medico.
I farmaci spesso hanno una cosiddetta finestra terapeutica molto stretta, vale a dire che al minimo cambiamento della dose prevista possono provocare effetti collaterali anche gravi.
La soluzione
Il presidente della SIGG Nicola Ferrara sottolinea che la precisione nella divisione delle pillole è pressoché impossibile, soprattutto se a effettuare l’operazione sono anziani che presentano delle difficoltà visive o articolari alle mani; peggio è triturare la compressa, afferma, che così facendo perde una parte delle sue componenti attive.
La soluzione, in caso di dosaggi che non corrispondano al formato commerciale delle pillole, è quella di richiedere al proprio medico curante delle alternative al tipo di farmaco, che talvolta è disponibile anche in gocce o in granulato, formulazioni che in questo caso possono essere mescolate a cibi morbidi, come yogurt o budini, senza perdere le proprietà terapeutiche del medicinale.