Allarme internazionale per un farmaco che cura la sclerosi multipla. La decisione è stata presa dall'agenzia europea del farmaco (Ema) dopo il riscontro di diversi casi di reazioni avverse avvenute su alcuni pazienti in tutto il mondo. Si tratta di una sospensione di tipo immediato che interessa il richiamo di tutti i lotti presenti nelle farmacie e negli ospedali del farmaco Zinbryta, prodotto dalla casa farmaceutica Biogen Idec Ltd. I pazienti trattati in Italia con questo farmaco, sarebbero circa 50 come segnalato dall’Aifa.
Nome del farmaco ritirato dal commercio che cura la sclerosi multipla
Zinbryta è il nome del farmaco a base di daclizumab beta impiegato in Europa per la terapia della sclerosi multipla. Si tratta di uno specifico anticorpo prescritto sistematicamente per il trattamento della malattia in soggetti adulti e indicato, in particolar modo, in alcune particolari forme recidivanti della patologia invalidante e nei pazienti per i quali sarebbero controindicati altri trattamenti. Il farmaco è in commercio dal 2016 e avrebbero fatto ricorso alla sua somministrazione più di 8mila pazienti in tutto mondo. La misura estrema del ritiro del farmaco, decisa dall'Agenzia europea, è scattata dopo la comparsa di importanti effetti collaterali che avrebbero determinato gravissime infiammazioni cerebrali in dodici pazienti e causato la morte in altri tre casi.
Zinbryta: le indicazioni dell’Ema per i pazienti
I dati sembrerebbero indicare chiaramente che le reazioni che si sono manifestate in alcuni pazienti riporterebbero direttamente all’uso di questo farmaco. Le indicazioni da parte degli organi preposti a garantire la salute dei pazienti è stata quella di far scattare l'allarme attraverso l'immediato contatto del medico nei pazienti in trattamento, in modo tale da far subito sospendere la terapia a base di questo farmaco e indicare, in parallelo, possibili alternative farmacologiche.
Nei pazienti è importante prestare molta attenzione all’insorgenza di alcuni sintomi successivi all’iniezione del farmaco come la presenza di febbre, forte mal di testa, vomito, nausea, spossatezza e comparsa di un colorito giallognolo negli occhi e sulla cute. I pazienti maggiormente colpiti dalle reazioni avverse del farmaco, avrebbero segnalato i primi sintomi dopo circa 8 mesi dall'inizio della terapia. A tale scopo sarà importante monitorare, con esami specifici e per almeno 6 mesi, tutti i soggetti nei quali è stata adottata questo tipo di terapia a base del farmaco Zinbryta.