Il parto prematuro avviene tra la 22esima e 37esima settimana di gestazione; una gravidanza normale ne dura 40, ma circa il 10% delle nascite avviene prima. Ma quali sono le cause di questi parti pretermine? Una soluzione l'ha ipotizzata il Dr. Tippi MacKenzie, professore associato presso l'università di San Francisco. L'autore dello studio ha dichiarato che si è sempre creduto che il sistema immunitario del feto fosse molto immaturo prima della nascita, per cui non si è ritenuto potesse essere la causa di complicazioni durante la gravidanza. Ma da quanto emerso da questi ultimi studi, sarebbe proprio il sistema immunitario del bambino a scatenare il travaglio.
Cosa avviene durante la gravidanza
Lo zigote (DNA paterno fuso con quello materno), dopo essersi formato nella tuba di Falloppio, arriva nell'utero. Dopo questo processo, inizierà la cosiddetta fase embrionale(tra le 2 e 8 settimane), durante la quale si inizieranno a differenziare e formarsi i principali apparati che dovranno costituire l'organismo umano (apparato respiratorio, apparato circolatorio ecc.). Dopo questa fase inizierà il periodo fetale, dove gli organi e gli apparati arrivano pian piano alla loro struttura semidefinitiva, tale da consentire alla nascita, un'autonomia dell'organismo. Il feto durante il periodo di gestazione è in continuo contatto con la madre: questo legame è reso possibile dal cordone ombelicale che è attaccato alla placenta della madre; da qui riceve i nutrienti e l'ossigeno necessari al suo sviluppo.
Nascita prematura, perché?
Il sistema immunitario del feto, in alcuni casi, si risveglia precocemente, così come dichiarato dal Dr. Mackenzie e riportato sulla rivista Live Science. In particolare, esso avviene perché vi è un'infezione nell'organismo della madre. Lo studio effettuato dal team di Mackenzie, si è basato sull'analisi di campioni di sangue provenienti da 89 donne con gravidanze sane, e 70 donne che hanno iniziato il travaglio precocemente.
I ricercatori hanno anche analizzato sangue derivato dal cordone ombelicale, contenente cellule fetali, in tutte le donne. I risultati hanno evidenziato livelli più alti di due tipi di cellule immunitarie, chiamate cellule dendritiche e cellule T effettrici, nei campioni di sangue cordonale da neonati prematuramente, rispetto ai neonati a termine.
Queste cellule immunitarie sono coinvolte nel montare una risposta contro gli invasori stranieri nel corpo, e i ricercatori hanno scoperto che, nei neonati pretermine, queste cellule immunitarie sono state attivate per attaccare le cellule della madre. I neonati pretermine avevano anche livelli più alti di sostanze chimiche infiammatorie (prodotte da cellule T) nel sangue del cordone ombelicale. E si è visto che queste sostanze sintetizzate dalle cellule T inducevano contrazioni nelle cellule uterine. Per cui si ipotizza che il feto scateni il travaglio come forma di protezione dall'infezione in corso nella madre. Tuttavia, le nascite premature sono legate a numerose complicazioni gravi per i bambini, inclusa la morte. I ricercatori stanno ora tentando di trovare biomarcatori nel sangue della madre in grado di identificare se è a rischio di travaglio pretermine a causa della risposta immunitaria fetale.