E' proprio così, tra non molto potrebbe arrivare anche in Italia il farmaco che, sperimentato da poco negli Stai Uniti, sta già dando risultati sorprendenti per quanto riguarda non solo la cura dei sintomi legati agli attacchi di emicrania cronica, ma anche il miglioramento evidente della condizione di salute di persone che purtroppo sono costrette a convivere con questo malessere anche quotidianamente.
L'iniezione miracolosa per l'emicrania
E' la grande azienda farmaceutica Amgen e Novartis ad aver creato e "buttato" già sul mercato l' Aimovig, un'iniezione mensile somministrata attraverso una specie di siringa simile a quella utilizzata per iniettare l'insulina, che costerebbe all'anno circa 6900 dollari (per noi 5860 euro), un prezzo questo capace di "far girare la testa" sicuramente un po' a tutti.
Questo farmaco è stato ideato per quella parte di popolazione mondiale, circa il 2%, che soffre di emicrania cronica con la manifestazione quindi di più di un attacco ogni tre giorni e per la quale il mal di testa rappresenta una situazione debilitante. Attualmente l'Agenzia Europea del Farmaco sta valutando a 360 gradi il principio attivo di tale farmaco, l'Erenumab, per decidere alla fine se permettere anche in Europa la commercializzazione dello stesso farmaco.
Funzionamento ed efficacia del farmaco
Attualmente i comuni farmaci utilizzati per cercare di prevenire e per combattere l'emicrania, con tutti i sintomi che accompagnano quest'ultima, cioè nausea, vomito e sensibilità alla luce, tendono ad intervenire su altri fattori specifici, come ad esempio la pressione alta, provocando a volte seri effetti collaterali che peggioravano la situazione del soggetto.
Il principale responsabile dell'insorgere di emicrania sarebbe il frammento proteico chiamato CGRP (peptide correlato al gene della calcitonina), responsabile della trasmissione dei segnali dolorosi derivanti da forte mal di testa tra i nervi e della conseguente dilatazione dei vasi sanguigni; il nuovo farrmaco Aimovig sembra che blocchi proprio l'azione di questa parte di molecola, anche se ancora non si conosce appieno il modo in cui agisce questo frammento proteico scatenando gli attacchi di emicrania.
Si ipotizza, infatti, che livelli alti di CGRP facciano divenire il quinto nervo cranico, il "nervo trigemino" ultrasensibile a determinati stimoli, provocando l'infiammazione e quindi il dolore.
La somministrazione del nuovo farmaco si ridurrebbe ad una volta al mese per il forte e persistente effetto e, inoltre, il prezzo così elevato sarebbe giustificato dalla difficoltà di produrre questa sostanza. In ogni caso, nei trial di sperimentazione, solo il 30% dei soggetti ha dimezzato o ridotto l'insorgenza dell'emicrania e un ulteriore gruppo molto piccolo ha eliminato in toto il dolore. Tuttavia tutte le persone coinvolte hanno raggiunto benefici non indifferenti.