Il primo medicinale progettato per prevenire l'emicrania è stato approvato dalla Food and Drug Administration (FDA), inaugurando quello che molti esperti ritengono sarà una nuova era nel trattamento delle persone che soffrono della forma più grave di mal di testa. Aimovig, questo il nome del farmaco, è prodotto da Amgen e da Novartis ed è un'iniezione mensile sottocutanea, da praticare sull'addome con un dispositivo simile alla penna usata dai diabetici per iniettare l'insulina. Sarà per ora disponibile solo negli USA e costerà $6.900 l'anno per ogni paziente.

Come funziona il nuovo farmaco

L'idea alla base del nuovo farmaco risale agli anni ottanta, quando i ricercatori americani hanno notato che il frammento proteico CGRP sembrava svolgere un ruolo nelle emicranie. Alla fine dei lunghi studi è emerso un quadro più completo: le persone che soffrono di emicranie sembrano produrre troppo CGRP.

Quando i ricercatori hanno infuso CGRP in persone inclini a emicranie queste hanno avuto un attacco di mal di testa. Quando hanno iniettato la molecola in persone che non soffrivano di emicranie, di solito non si è sviluppato nessun attacco. Il CGRP, prodotto dal nervo trigemino, induce la dilatazione dei vasi sanguigni e sensibilizza i nervi al dolore: per questo è fra i maggiori fattori responsabili degli attacchi.

Il nuovo farmaco Aimovig blocca il frammento proteico CGRP che innesca e alimenta l'emicrania.

"Questi farmaci avranno un impatto enorme", ha detto il dottor Amaal Starling, un neurologo e specialista di emicrania presso la Mayo Clinic di Phoenix. "Questo è davvero un momento incredibile per tutti i pazienti e per i neurologi che trattano i malati di emicrania."

Milioni di persone soffrono di gravi emicranie così spesso che diventa una malattia invalidante.

Questi farmaci non impediscono tutti gli attacchi di emicrania, ma ne diminuiscono l'intensità e possono ridurre la loro frequenza del 50%. Fino ad ora non esistevano medicinali specifici per prevenire le emicranie, ma venivano utilizzati farmaci progettati per trattare altre malattie, come la pressione arteriosa alta. Questi medicinali però non sono molto efficaci per l'emicrania e spesso comportano effetti collaterali intollerabili.

Negli studi clinici, le persone che hanno assunto i nuovi farmaci non hanno riportato effetti collaterali più di quelli trattati con un placebo. Gli effetti secondari a lungo termine e sui pazienti con malattie croniche sono ancora oggetto di studio. Altre tre società, come Lilly, Teva e Alder hanno sviluppato farmaci simili e sono nelle fasi finali di studio o in attesa di approvazione della FDA.

L'emicrania, malattia invalidante

Una persona su sette in tutto il mondo sperimenta l'emicrania, tra cui 37 milioni di americani, 6-7 milioni di italiani, soprattutto donne. Il 2 percento della popolazione mondiale convive con l'emicrania cronica. Da alcune stime, l'emicrania è la terza malattia più frequente nel mondo, e si classifica al sesto posto tra le prime 10 cause di disabilità.

Non si tratta di un "semplice" mal di testa: un'emicrania è spesso accompagnata da sintomi invalidanti come sensazione di nausea e vomito, difficoltà a parlare, avversione alla luce e al rumore. Il mal di testa può essere palpitante e durare per ore o giorni.

I pazienti provano spesso i trattamenti attualmente disponibili uno dopo un altro, ma gli effetti collaterali sono frequenti e portano ad esempio disorientamento, sonnolenza, aumento di peso, disfunzione sessuale e altro. Alcuni pazienti trovano gli effetti secondari più fastidiosi dell'emicrania, tanto che l'85 percento dei pazienti affetti da emicrania smette di prendere il farmaco entro un anno.

Intervistati dai medici durante le fasi di sperimentazione molti dei pazienti con frequenti emicranie raccontano di non poter fare piani o prendere impegni, di aver rinunciato a lavorare perché non si può prevedere quando si scatenerà un attacco di emicrania che potrebbe "disattivarli" per ore o giorni.

Erano "frustrati, depressi, sconfitti, isolati", si legge nel rapporto, o si sentivano un peso per la società. Si sono lamentati di essere stigmatizzati, le loro emicranie non sono state prese sul serio. Spesso hanno provato una lunga lista di trattamenti con poco o nessun risultato.

Un disturbo senza età

Anche i bambini piccoli possono avere emicranie, ha detto il dottor Andrew D. Hershey, direttore del centro di mal di testa al Cincinnati Children's Hospital Medical Center. Recentemente racconta di aver visitato un bambino di soli due anni che soffriva di emicrania. Il dott. Hershey è coinvolto in una sperimentazione clinica di prova per uno dei nuovi farmaci sui ragazzi dai 12 ai 17 anni e ha in mente di estendere la sperimentazione fino ai bambini di 6.

Gli anticorpi monoclonali alla base dei nuovi farmaci sono coltivati in cellule viventi e sono molto costosi da produrre. Il prezzo elevato del farmaco di Amgen ha già sollevato domande circa la volontà delle assicurazioni USA di coprire i costi della terapia col nuovo farmaco.

19 maggio, Giornata nazionale del mal di testa

Che si tratti di un mal di testa episodico o di un disturbo quotidiano, il problema deve essere affrontato con uno medico senza attendere che passi o assumendo medicinali senza il consulto di uno specialista, una strategia tra l'altro che spesso oltre a risultare non risolutiva addirittura può peggiorare la situazione.

Questo il messaggio lanciato oggi nella Giornata nazionale del mal di testa durante la quale in tutta Italia, medici specialisti terranno seminari e incontri per spiegare quali e quanti tipi di mal di testa esistono e come si possono affrontare al meglio. Aspettando di vedere presto il nuovo farmaco disponibile in Italia.