Al Pascale di Napoli è stato introdotto il primo protocollo sperimentale per il tumore al seno, che prevede un nuovo trattamento, attraverso l’iniezione sottocutanea di una innovativa formulazione di farmaci biologici, la cui somministrazione verrebbe eseguita in pochissimi minuti.
Tumore al seno: la nuova formulazione del protocollo
Il trattamento rivoluzionario per le pazienti colpite da tumore al seno, si basa su due anticorpi: il Trastuzumab e il Pertuzumab, capaci di intervenire positivamente, sulla malattia. La combinazione è stata resa disponibile, per la prima volta al mondo, nell’ambito di un protocollo ancora in via sperimentale all’ospedale Pascale di Napoli.
Si tratta, in pratica, di una terapia mirata, in particolar modo, al tumore al seno ‘HER2-POSITIVO’ in grado di far ‘sciogliere’ questo particolare tipo di cancro in una percentuale molto alta di casi. L’associazione del Trastuzumab e del Pertuzumab, tradizionalmente, vengono somministrati alle pazienti per via endovenosa ma il protocollo denominato ‘Federica’ al Pascale, sarebbe in grado di offrire l’innovativa formulazione capace di riunire i due anticorpi in una sola somministrazione sottocutanea nel giro di pochi minuti.
Protocollo ‘Federica’: di cosa si tratta
Questo particolare protocollo si configura nel programma di sperimentazione sul tumore della mammella, che ha inquadrato il Pascale come uno dei centri italiani più attivi sui protocolli terapeutici innovativi in questo ambito.
Si tratta di un trattamento all’avanguardia, somministrato per la prima volta all'istituto tumori di Napoli. Stiamo parlando di una combinazione di due precisi anticorpi monoclonali; il Trastuzumab e il Pertuzumab, capaci di intervenire sul cancro al seno, finora disponibili esclusivamente in forma endovenosa e che ora invece possono essere iniettati in un'unica soluzione per via sottocutanea.
Si tratta del trattamento, statisticamente, più efficace nelle terapia pre-operatorie del tumore ‘HER2-POSITIVO’. Allo stato attuale in Italia, purtroppo, questa terapia innovativa, che si avvale della somministrazione per via sottocutanea, non è ancora rimborsabile dal Sistema Sanitario Nazionale. Le pazienti, pertanto, per potersi avvalere dei suoi benefici, possono farlo, almeno per il momento, solo in ambiti di protocolli sperimentali e reperibili solo nei centri oncologici specializzati presenti sul territorio.