Il ricorso alle cosiddette "smart drugs" è in aumento in Europa. È quanto si evince da una ricerca internazionale guidata dall'Università della California e coordinata dalla psicologa Larissa Maier, pubblicata sulla rivista "International Journal of Drug Policy", e ripresa da "Nature online".
Lo studio si è soffermato in particolare sui farmaci Adderall e Ritalin, prescritti solitamente per contrastare deficit di attenzione e iperattività (ADHD), ma anche sul Modafinil utilizzato contro i disturbi del sonno, valutando anche l'assunzione di sostanze illegali come la cocaina.
Stando ai dati raccolti dagli esperti, se negli Stati Uniti il ricorso a queste sostanze per migliorare le performance sul lavoro e nello studio è decisamente alto (si parla di una percentuale del 30% rispetto a quella del 20% del 2015), la crescita maggiore è stata registrata soprattutto nei Paesi dell'Unione Europea, in particolare in Francia e Gran Bretagna.
I dati della ricerca effettuata in 15 Paesi
Lo studio, basato sulla "Global Drug Survey", ha raccolto dati riguardanti circa 79mila persone consultate in 15 Paesi differenti. Ebbene, secondo i dati acquisiti, il 14% degli intervistati ha affermato di aver assunto "smart drugs" nell'arco degli ultimi 12 mesi, al fine di accrescere le proprie capacità cognitive per rendere al meglio nello studio, o di essere più produttivi sul lavoro.
Si tratta indubbiamente di una percentuale nettamente in crescita rispetto a quella del 5% rilevata nel 2015.
Se negli Stati Uniti il ricorso ai nootropi è piuttosto alto (dal 20% del 2015 al 30% di oggi), tuttavia, in proporzione, l'utilizzo di queste sostanze stimolanti è andato incontro ad un'impennata soprattutto in Europa, specialmente in Francia e in Gran Bretagna.
Ad esempio, per quanto riguarda la Francia, il 16% degli intervistati ha dichiarato di aver assunto almeno una volta (nell'arco di un anno) le cosiddette "droghe intelligenti", rispetto al 3% del 2015. In Gran Bretagna, invece, la percentuale è passata dal 5% della rilevazione precedente al 23% di quella del 2017. Gli altri Paesi europei che hanno fatto registrare un sensibile aumento sono l'Olanda (dal 10% al 24%) e l'Irlanda (dal 4% al 18%).
Larissa Maier, coordinatrice dello studio, come riportato da Ansa, ha innanzitutto chiarito che i partecipanti alla "Global Drug Survey" hanno, di base, una maggiore tendenza rispetto ad altre persone all'utilizzo delle droghe, sottolineando come questa circostanza possa avere in qualche modo "influenzato i risultati". Allo stesso tempo, però, ha aggiunto che degli esiti simili sono emersi anche da indagini sulla popolazione generale, e questo dato andrebbe a rafforzare la veridicità della ricerca.
La neuroscienziata dell'Università di Cambridge, Barbara Sahakian, che non ha partecipato allo studio, ha dichiarato che, negli ultimi anni, si sta avendo una tendenza sempre maggiore all'utilizzo di nootropi da parte di persone sane, per migliorare le proprie performance sul lavoro e nello studio, aggiungendo che questo trend fa sorgere "preoccupazioni etiche".
Smart drugs: il 10% dei consumatori le acquista online
Nel corso della ricerca, è stato chiesto alle persone contattate dove siano solite reperire le cosiddette "droghe intelligenti". Circa la metà del campione (48%) ha risposto che di solito le ottiene da amici, mentre il 10% ricorre a dei rivenditori oppure all'acquisto online. Si aggira, invece, intorno al 6%, la percentuale di coloro che hanno affermato di riceverle da familiari, mentre solo il 4% ha dichiarato di essere in possesso di una regolare prescrizione medica per problemi di Salute.