Aumenta il ricorso ai farmaci per migliorare l'attenzione ed incrementare le proprie performance sul lavoro o nello studio. Il problema principale consiste in un utilizzo improprio di questi prodotti. È quanto emerso da un'indagine pubblicata su "International Journal of Drug Policy" e condotto da Larissa Maier dell'Università della California (San Francisco). Nello specifico, è stato registrato che il 14% delle migliaia di persone che hanno risposto ad un sondaggio realizzato in 15 Paesi diversi, ha dichiarato di aver assunto almeno una volta, nei 12 mesi precedenti, i nootropi, meglio conosciuti come "droghe intelligenti".

Il risultato è di gran lunga superiore al 5% segnalato nel 2015. Nell'arco di un paio d'anni, dunque, il ricorso alle "smart drugs" ha avuto un'impennata del 9%. In Europa, i maggiori consumi si segnalano in Francia e Gran Bretagna.

Abuso marcato negli Usa

Lo studio pubblicato di recente si è soffermato in particolare sui prodotti che vengono prescritti di solito per contrastare i disturbi legati a deficit di attenzione e apprendimento, dunque soprattutto i medicinali per combattere problematiche legate al sonno, ma anche sostanze illecite come la cocaina.

Sono state numerose le persone che hanno ammesso di ricorrere a questi farmaci contro il disturbo del sonno per affrontare al meglio gli orari notturni di lavoro.

L'abuso di queste sostanze è particolarmente marcato negli Stati Uniti: nel 2017, il 30% degli intervistati ha affermato di aver assunto "droghe intelligenti" nell'arco dell'anno precedente. L'utilizzo eccessivo di questi medicinali, tuttavia, riguarda anche l'Europa, con la Francia che è passata da una percentuale del 3% ad una del 16%.

Nel Regno Unito, invece, l'incremento è stato dal 5% al 23%, seguito da Olanda (dal 10% al 24%) e Irlanda (dal 4% al 18%).

"Droghe intelligenti" reperite anche sul web

La metà circa dei soggetti intervistati ha rivelato di aver reperito i nootropi mediante gli amici; il 10%, invece, si è rivolto a rivenditori o ad internet, mentre il 6% le ha ottenute da un parente.

C'è anche una percentuale del 4% di coloro che hanno affermato di avere delle ricette personali.

Barbara Sahakian, neuroscienziata dell'Università di Cambridge (Gran Bretagna), che non ha preso parte alla ricerca, come riportato da Ansa, ha dichiarato che sono in costante aumento, nel mondo, le persone sane che assumono medicinali per migliorare le performance cognitive. L'obiettivo di costoro è quello di fronteggiare al meglio gli odierni stili di vita.

Dal sondaggio, infine, si evince che un numero sempre più crescente di individui ricorre a dei farmaci per sopperire ai deficit di attenzione e memoria, tipici della caotica società contemporanea. Tuttavia, chi non ha reali problematiche di questo tipo, assumendo "droghe intelligenti", rischia di andare incontro a diversi problemi di Salute. Sostanze come amfetamine, ad esempio, incrementano il rischio di ansia, depressione, psicosi e addirittura disturbo bipolare.