Un uomo 56enne di Hong Kong ha contratto il virus dell’epatite E tipica dei ratti. È il primo caso al mondo e questo ha allertato gli scienziati che sono già al lavoro per studiare il nuovo fenomeno e coglierne i possibili sviluppi futuri.

La diagnosi di Epatite E

Il protagonista della vicenda era stato sottoposto a un trapianto di fegato nel 2017, manifestando delle anomalie nelle successive analisi di controllo solo due mesi dopo.

Dopo una lunga serie di test e indagini, i medici hanno individuato la causa: l’uomo era stato contagiato dal virus dell’epatite E tipico dei ratti. Si tratta di un ceppo diverso da quello che colpisce gli esseri umani e prima d’ora non c’erano prove che l’uomo potesse contrarre questa versione del virus.

Il contagio

I medici dell’Università di Hong Kong hanno concluso che il contagio potrebbe essere avvenuto tramite un morso o del cibo infetto da escrementi di topo. Il paziente, infatti, viveva in un appartamento al primo piano molto vicino ai cassonetti dei rifiuti dove sono state scoperte prove di infestazioni da ratto.

Negli ultimi tempi, inoltre, Hong Kong ha visto crescere in maniera esponenziale la presenza di roditori, a causa di un lungo periodo di clima caldo e umido che ne favorisce la vita e la proliferazione.

Cos’è l’epatite E umana e come si contrae il virus

L’epatite E umana è una patologia del fegato che, secondo l’Organizzazione Mondiale della Sanità, colpisce ogni anno circa 20 milioni di persone. Alcuni dei sintomi sono febbre, nausea, dolori addominali e alle articolazioni e, in un ridotto numero di casi, insufficienza epatica. Ha un periodo di incubazione che va da due a nove settimane ed è particolarmente rischiosa per le donne in gravidanza. I casi più gravi possono talvolta richiedere il trapianto di fegato.

La principale via di trasmissione è l'acqua contaminata da feci, perciò per una generica prevenzione è necessario vivere in ambienti igienici e bere acqua di cui si conosce con certezza la provenienza e la sicurezza.

Occorre prestare maggiore attenzione quando ci si reca nei paesi in via di sviluppo. Il più importante accorgimento da adottare è quello di non bere l'acqua corrente prima di averla bollita 5 o 10 minuti, anche se la scelta più sicura resta l'acqua in bottiglia sigillata e stappata personalmente.

Gli scienziati sono già al lavoro

I medici dell’Università di Hong Kong hanno immediatamente avviato uno studio, guidato dal professor Yuen Kwok-yung e dal dottor Siddharth Sridhar, per capire come sia possibile la trasmissione del virus dal ratto all’uomo, mentre il primo sfortunato paziente è attualmente in cura e si sta riprendendo dai trattamenti per sconfiggere il virus.