La virologa italiana Ilaria Capua si è pronunciata sul coronavirus sostenendo che: "Il contagio arriverà anche in Italia". La scienziata lo ha affermato nelle scorse ore nel corso della trasmissione di La7 "L'Aria che tira", ospite di Myrta Merlino, facendo chiarezza in merito. Pare infatti, secondo quanto affermato dalla virologa, che questa infezione "non andrà via nel giro di una settimana" e purtroppo farà il giro del mondo, arrivando anche nel nostro Paese dove avrà i suoi effetti.

Effetti che, nei Paesi più poveri del mondo, "combineranno guai", quindi è bene organizzarsi per tempo, ha sottolineato la Capua.

Il telelavoro: possibilità per contrastare il coronavirus

Proprio in merito all'importanza dell'organizzazione del sistema di contrasto all'epidemia, la virologa ha sottolineato la necessità di procedere, in ambito professionale, con il telelavoro: modalità di svolgimento della propria professione all'interno delle mura domestiche o, comunque, in un luogo diverso dalla sede lavorativa fissa.

Questa modalità, secondo la Capua, potrebbe essere, per molte aziende, un valido percorso da avviare per contrastare, o quantomeno contenere, la diffusione del virus e quindi, "le aziende in questione - ha proseguito la virologa - è bene che comincino a pensarci senza perdere tempo prezioso".

Ogni malattia infettiva, ha poi sottolineato, ha sempre il suo periodo di incubazione durante il quale i sintomi non si manifestano. Il contagio però può avvenire anche senza sintomi. Una persona che comincia a starnutire è infetta, ma lo è anche il giorno prima di iniziare a starnutire. Questo vale per l'influenza come per il coronavirus.

È bene, quindi, secondo la Capua che le aziende che prevedono la possibilità di far lavorare i propri dipendenti attraverso la modalità del telelavoro, riflettano molto attentamente sull'utilizzo di tale procedura. "Questa infezione arriverà in Italia - ha concluso la virologa - e in molti Paesi, soprattutto i più poveri, farà dei guai. Meglio organizzarsi".

I numeri del coronavirus

È pesante il più recente bollettino sul numero di vittime del coronavirus: sono ben 1.350 le persone decedute in Cina, mentre, sul fronte italiano, arriva la comunicazione delle dimissioni dei 20 cittadini cinesi che nei giorni scorsi erano stati ricoverati all'ospedale Spallanzani di Roma. In base ai nuovi parametri utilizzati per conteggiare i contagiati dall'infezione Covid-19 (nomenclatura scientifica del coronavirus) in Cina, sembra che siano 14.840 i nuovi casi di contagio registrati, e ben 1.350 i decessi, 1.310 dei quali nella sola provincia dellʼHubei.

I conteggi includono i cosiddetti "clinicamente diagnosticati", pazienti che presentano sintomatologia "sospetta" e che per tale ragione hanno il diritto di ricevere le stesse cure previste per i casi confermati.