Dopo aver fatto parlare i pugni nella difesa del titolo mondiale dei pesi massimi versione WBC in cui ha messo K.O Luis Ortiz in 10 round, Deontay Wilder riprende ad attaccare Anthony Joshua. Il 'grande match' tra le due star della categoria regina della boxe potrebbe svolgersi a dicembre, stando alle dichiarazioni di Eddie Hearn che risalgono a poco meno di due mesi fa, ma secondo Wilder il potente manager di Joshua farà di tutto per evitarlo.
Joshua detiene le cinture iridate versione WBA, IBF ed IBO e, intanto, il prossimo 31 marzo punterà alla quarta corona che cercherà di strappare al campione del mondo WBO, Joseph Parker, sul ring di Cardiff.
'Klitschko non era più un campione'
La sfida contro Ortiz è stata tutt'altro che una passeggiata per Wilder che, prima di mettere al tappeto l'avversario, era andato in seria difficoltà al 7° round ed era in svantaggio ai punti. Non c'è dubbio che il successo contro il pugile cubano abbia fatto salire le sue quotazioni. Wilder possiede una boxe 'sporca' e rudimentale, poco stile, ma tanta potenza.
La vittoria su Ortiz ha comunque zittito parecchi critici, così come il bellissimo match tra Joshua e Klitschko dello scorso anno aveva convinto anche i più feroci detrattori sulle qualità britannico. Ma Wilder ha sminuito quella che, a tutti gli effetti, è stata finora la vittoria più importante del pluricampione mondiale. "Parlano tutti della vittoria di Joshua su Klitschko - ha sottolineato - ma Klitschko era un vecchio che veniva da quasi due anni di inattività. Era già stato sconfitto e picchiato sul ring, non era più un campione. Io non credo che il suo promoter voglia far combattere Joshua contro di me. Con i suoi modi, le sue parole e le cose che fa, sta solo cercando di fare il lavaggio del cervello al pubblico britannico.
Per quello che mi riguarda, il prossimo incontro dovrebbe vedere me e Joshua sullo stesso ring".
Non c'è accordo sulla borsa
Sebbene Hearn abbia ipotizzato il confronto tra il suo pugile e Wilder alla fine del 2018, le parti sono piuttosto lontane: non stiamo parlando di un problema tecnico, ma di un discorso puramente economico. Lo statunitense vorrebbe una borsa 50-50, Hearn non è intenzionato a negoziare un combattimento a queste condizioni, semplicemente perché il suo pugile detiene tre titoli e, battendo Parker, si presentebbe al match contro Wilder con quattro corone. Ad ogni modo, pur vincendo la supersfida del prossimo 31 marzo, il combattimento contro Wilder non sembra nei piani immediati dello staff di Anthony Joshua che entro la fine del 2018 ha in programma altri due incontri.
In agosto Joshua potrebbe difendere i suoi titoli dall'assalto del maturo pugile russo Alexander Povetkin, campione europeo ed intercontinentale WBA ed ex campione del mondo WBA (titolo vinto contro Ruslan Chagayev nel 2011 e poi perso dopo quattro difese al cospetto di Wladimir Klitschko, ndr). Povetkin combatte a Cardiff la stessa sera del match mondiale tra Joshua e Parker contro il britannico David Price, l'incontro è valido per i titoli intercontinentale WBA e internazionale IBO e se il russo dovesse vincere come da pronostico, riavrebbe la chance mondiale. Poi a dicembre, se tutto va come sperano gli appassionati di boxe, ci potrebbe essere finalmente il nuovo 'combattimento del secolo' anche se sembra chiaro che al tavolo dei 'negoziati' sarà Eddie Hearn a dire l'ultima parola.
Se non ci fosse accordo sulla borsa, Joshua salirà comunque sul ring a dicembre e, al tal proposito, si è parlato di un possibile combattimento contro Jarrell "Big Baby" Miller, 29enne imbattuto pugile statunitense che il prossimo 28 aprile affronterà Johann Duhaupas al Barclays Center di Brooklyn.
I complimenti di Evander Holyfield
A spingere Wilder verso il grande match c'è comunque un ex campione mondiale del calibro di Evander Holyfield per il quale l'attuale detentore del titolo WBC è, decisamente, il numero uno dei pesi massimi americani. "Non ha un grande stile e sul ring sembra quasi un giocatore di basket - dice Holyfield - ma è un guerriero come lo ero io. Quando combatte fa tanti errori, ma se colpisce l'avversario lo manda al tappeto.
Contro Ortiz ha dimostrato di essere un vero campione, ha vinto nonostante i duri colpi subiti". Sulla forza dei pugni di Deontay Wilder interviene anche il suo manager, Lou Di Bella. "La sua potenza ed abilità nel colpire l'avversario gli permette ancora di fare errori che nessun altro pugile potrebbe permettersi". In effetti Wilder non ha mai affinato la sua boxe, dopo aver vinto il bronzo ai Giochi Olimpici del 2008 è subito passato professionista, il pugilato era il modo più veloce per guadagnare denaro e curare la figlia nata con una grave malformazione al midollo spinale. Oggi quel ragazzo che ha indossato i guantoni per necessità è un campione del mondo: il destino è davvero strano.